Meta-Australia, è scontro. La piattaforma social smette di pagare gli editori

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Scontro tra Meta, la più grande rete di social media e compagnia madre di Facebook e di Instagram, e il governo Australiano.

La società fondata da Mark Zuckerberg si è posta in rotta di collisione con il governo di Canberra, dopo aver deciso di smettere di pagare editori australiani per la ripubblicazione di notizie sui suoi siti, quando i contratti correnti scadranno quest’anno.

Meta ha annunciato ieri che non rinegozierà nuovi accordi: una mossa che, secondo gli editori, costerà loro milioni di dollari in finanziamenti e causerà perdite di posti di lavoro.

Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha espresso forte disappunto per la decisione di Meta, definendola “insostenibile” e segnalando provvedimenti contro il colosso tech. “E’ assolutamente critico che i media siano in grado di funzionare e di essere adeguatamente finanziati”, ha aggiunto.

“E’ disonesto che una compagnia possa profittare da investimenti altrui e non solo investimenti di capitale, ma del lavoro di giornalisti. E’ un’inadempienza dell’impegno assunto, per la sostenibilità dei mezzi di informazione australiani”.

Equo compenso, gli editori con AgCom nel ricorso al Consiglio di Stato

Il ‘Codice contrattuale per i news media’ è stato introdotto tre anni fa come mezzo per obbligare entità come Facebook e Google a compensare gli editori per la riproduzione di notizie.

Le due reti avevano sottoscritto nel 2021 una serie di accordi con editor, inclusi la radio-TV nazionale Abc, Guardian Australia, News Corp Australia, Seven West Media e Nine Entertainment, casa madre dei quotidiani Sydney Morning Herald e The Age di Melbourne.

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