“Telecom contro Musk ma è la reazione di chi non ha investito molto”

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NEW YORK — «Se una compagnia di telecomunicazioni ha investito correttamente sui propri servizi e fornisce internet ad alta velocità al suo mercato, non dovrebbe avere paura dell’emergere di altri concorrenti: i suoi clienti saranno già soddisfatti. Ora, non conosco i dettagli tecnici della querelle fra Telecom e Starlink di Elon Musk, ma la reazione dell’azienda italiana mi sembra tipica di chi non ha investito abbastanza». Walt Piecyk è un analista economico newyorchese specializzato in Tmt (tecnologia, media e telecomunicazioni) presso il fondo di venture capital LightShed Partners. Si occupa di reti wireless e infrastrutture internet ed è molto interessato alla diatriba italiana perché, spiega, «è solo uno dei tanti possibili ostacoli che una compagnia globale come Starlink si trova ad affrontare ed è importante per noi capire come andrà a finire. Nel suo processo di espansione deve fare i conti con le esigenze di diversi mercati. Anche altrove potrebbero esserci aziende che mal ne digeriranno la competizione e potrebbero reagire nella stessa maniera protezionistica di Telecom, percependo Starlink come minaccia alle loro opportunità economiche. Probabilmente hanno anche paura delle sue novità tecnologiche, perché non ancora in grado di gestire quel genere di complessità».

A interessarlo, sono anche le parole del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – secondo cui avere un imprenditore come Musk che investe in Italia sarebbe importante per il Paese – e l’americano che già lo ringrazia via social. «In questioni come queste deve intervenire il governo insieme agli enti regolatori e trovare la mediazione migliore possibile per tutti, tenendo conto anche di interessi nazionali come i posti di lavoro». Già, ma dove dovrebbe portare questo tipo di intesa? «Mi sento di dire che la competizione tecnologica è sempre positiva ed è questo a cui devono mirare i governi. Spinge a fare più investimenti: e migliorare la connettività ha un impatto positivo sulla crescita economica di un Paese. Senza dimenticare i consumatori: più concorrenza abbassa i prezzi. Ma attenzione, anche Starlink ha bisogno di competizione quindi i governi nazionali devono assolutamente dare porzioni di mercato a più aziende possibile».

C’è però chi teme che con la sua Starlink, in grado di offrire connessione all’Ucraina ma poi sventare un attacco di Kiev nel Mar Nero interrompendo il servizio, Elon Musk abbia acquistato troppo potere sulle questioni internazionali. «Non c’è dubbio che i timori siano ragionevoli e vadano affrontati. Anche se questo riguarda l’influenza anche di altri colossi, penso a Google e Amazon. La questione è che i servizi forniti da Starkink superano le aspettative. Funzionano e chissà quali applicazioni future potranno ancora avere. Ecco perché bisogna favorire e stimolare una competizione positiva»

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