Il mercato immobiliare mostra segni di appannamento

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 Dopo una crescita euforica, culminata con il periodo post pandemico, il mercato immobiliare comincia a mostrare le prime crepe: “inequivocabili segni di appannamento”, li definisce Nomisma, nel secondo Osservatorio sul mercato immobiliare 2023 che ha analizzato anche le 13 principali città italiane. Non si può certo parlare di crisi, ma cominciano a trasparire segnali che fanno suonare qualche campanello d’allarme, soprattutto a causa dell’aumento dei tassi d’interesse e dell’inflazione che allontanano molti potenziali acquirenti.

Secondo l’osservatorio bolognese, in un quadro economico diventato progressivamente meno favorevole, sono emersi infatti problemi come la perdita di potere d’acquisto, l’erosione della capacità di risparmio e il rialzo dei tassi applicati che hanno finito per mettere fuori dai giochi una considerevole fetta di persone, potenziali acquirenti, con conseguenze rilevanti sui mutui erogati e sul numero di compravendite.

Nel primo semestre del 2023 la risposta dei valori immobiliari è improntata alla rigidità: +1%, ovvero meno dell’inflazione. L’andamento dei valori mostra comunque differenze dovute principalmente allo sfasamento temporale che ha caratterizzato le fasi di inversione del ciclo immobiliare.

 Ad esempio, se a Venezia Laguna i prezzi sono in calo per il terzo semestre consecutivo, a Milano la variazione dei prezzi è risultata doppia rispetto a quella media (+2,2% semestrale).

Si sta invertendo anche il valore del tempo medio di vendita, uno dei principali indicatori dell’andamento del mercato, che negli ultimi dieci anni era sempre diminuito e che invece adesso si sta allungando, soprattutto a Roma con un aumento quantificabile in un mese circa. In media, per vendere un’abitazione servono oltre cinque mesi.

Continua invece la crescita, per il quarto semestre consecutivo, del mercato degli affitti. Anche se si riduce il numero delle locazioni, i prezzi hanno una crescita dell’1,7%, con punte del 3,7% fatte registrare nella città dove i prezzi crescono di più, ovvero Bologna. Negli ultimi 10 anni i tempi medi per affittare una casa si sono dimezzati, passando da 4 a 2 mesi. Il mercato più liquido è quello di Bologna, dove sono necessari soltanto 1,2 mesi.

Secondo Nomisma, visto il fatto che molte persone non potranno permettersi di comprare una casa, “il comparto della locazione in futuro si rivelerà in tutta la sua inadeguatezza. La domanda – rileva l’analisi dell’osservatorio – composta da famiglie, lavoratori, studenti e turisti compete, infatti, per un’offerta privata troppo esigua e sempre più orientata a privilegiare soluzioni più remunerative, quali gli affitti brevi

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