A casa di Corrado Augias: le marmellate nel frigo e i soldatini dell’Armée française

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Quattordicesima puntata di un viaggio nelle case di Roma. Questa volta siamo andati a curiosare a casa di Corrado Augias. Dopo la casa di Lunetta Savino, di Renzo Musemeci Greco e Novella Calligaris, dell’architetto Massimiliano Fuksas, del regista Pupi Avati, nel cuore di Roma, l’omaggio al compianto Piero Angela, la casa di Erri De Luca nella campagna di Bracciano. L’appartamento di Franco Nero e Vanessa Redgrave sull’Aurelia, il rifugio di Simona Izzo e Ricky Tognazzi, la casa di Ema Stokholma, l’attico in cui aveva vissuto con Ilaria Occhini lo scrittore Raffaele La Capria, l’abitazione di Gianrico Carofiglio a Campo Marzio, la casa di Stefano Bollani vicino a Santa Maria Maggiore, dopo aver aperto le porte magiche dell’appartamento di Renzo Arbore vicino alla Cassia Antica e aver fatto visita al leader di Azione, Carlo Calenda nel Rione Trevi.



(agf)

La casa di carta. L’appartamento di Corrado Augias potrebbe intitolarsi come la celebre serie televisiva. Ma qui i protagonisti sono i libri: li scrive, li legge, li recensisce e si annunciano addirittura dalla strada, dove una cassetta della posta, vicino al cancello, suggerisce: “Libri qui grazie”.

Libri come strumento di lavoro, anche se lo scrittore e giornalista ci tiene a mettere in chiaro: “Per me il lavoro non esiste. Io non lavoro mai, ovvero lavoro sempre. Ho la fortuna rara di non separare le mie attività dal resto della vita. Trascorro tutto il tempo nel mio studio, come un bruco dentro la mela”.

Il rapporto con questo luminoso appartamento ai Monti Parioli, il cui stile riflette l’eleganza della coppia Augias, è simbiotico: “Vivo qui con mia moglie Daniela Pasti – anche lei giornalista – da quasi mezzo secolo. Con il passare degli anni, con la casa ci si mescola, ci si intride. Diventa un rapporto necessario, è parte di me. Viaggio spesso e quando sono fuori mi sento un po’ a disagio”.

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Ma l’autore e conduttore televisivo, che spazia da Beethoven a Shakespeare, considerati da lui i vertici di musica e letteratura, che nei suoi libri svela i segreti delle città del mondo e indaga persino su Gesù, va a fare la spesa? “Sì, ci vado volentieri. Compro cose che mi piacciono: frutta, alcune marmellate”, come dimostra il frigorifero che abbonda anche di verdure e succhi di frutta. “Ma mangio poco e mangio quello che c’è. Ricordo la penuria di cibo durante la guerra, quando andavo a fare la cicoria con mia madre a Porta Latina, dove abitavo da bambino”.

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Quando non ha impegni televisivi, la mattina Augias svolge questioni pratiche: “Evado le bollette, anche se la general manager della casa è comunque mia moglie, io in confronto svolgo piccolezze. Il pomeriggio invece devo averlo tutto per me: scrivo, leggo, mi documento, meglio senza interruzioni, posso giusto sgranchirmi le gambe sul balcone. Né gioco certo ai soldatini dell’armée française, di cui ho qui una bella collezione ereditata da mio zio. Ma niente musica mentre scrivo, per carità! Come sottofondo può andar bene solo in uno studio dentistico. È indecente lavorare ascoltando dei brani, perché la musica è un impegno notevole”, come ha dimostrato nel suo recente programma di RaiTre La gioia della musica. Le serie tv preferite: La casa di carta, Homeland e Fauda.

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Così come arrivano, spesso se ne rivanno: i libri che non gli interessano li regala alla biblioteca di Todi o al Comune di Roma, mentre quelli che hanno la fortuna di restare, sono a portata di mano e in ordine alfabetico. Fresco di stampa anche il suo ultimo lavoro per Einaudi: La fine di Roma. “So esattamente dove trovare ogni testo. Nello studio, narrativa italiana, poesia, classici latini e greci, testi sulla musica. Mentre nelle altre librerie della casa, storia, scienze umane e storia dell’arte di cui è appassionata anche mia moglie”.

Molti i quadri realizzati da Daniela Pasti che ultimamente alla penna di giornalista ha preferito i pennelli: belle vedute di Roma, ma anche un somigliante ritratto della figlia Natalia raffigurata alla finestra. “Mia figlia vive al piano terra di questo palazzo con la sua famiglia ed è un grande privilegio”. La copia di un’opera ottocentesca colpisce per la somiglianza con Augias: “Non è un mio antenato, ma il Ritratto di anziano di Giuseppe Tominz”. Nel salotto, un’elica originale di un Dc7, cromata da un restauratore di Parigi, rimanda al suocero Nino Pasti: generale di squadra aerea e politico.

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In camera da letto, dove hanno il privilegio di entrare la Bibbia e i sonetti del Belli, c’è quello che Augias definisce “il sacrario”: una parete sentimentale con foto, oggetti, onorificenze e ricordi di particolare valore. Da un’antica locandina de La Traviata, a quella di un’opera di Giorgio Ferrara su Aldo Moro. Poi c’è un’inquilina con i baffi che si aggira indisturbata: “Si chiama Micia ed è molto affettuosa. Ha scambiato questa casa per una mezza pensione”.

(agf)

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