Abdelwahed e la squalifica per doping di 4 anni: “Sono pulito, il Tas mi scagionerà. Solo un integratore di sali minerali”

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Dopo un limbo di sedici mesi, l’Athletics Integrity Unit ha condannato Ahmed Abdelwahed a 4 anni di squalifica per doping. L’agenzia che lavora in maniera indipendente per conto della Federazione mondiale ha comminato il massimo della pena all’azzurro, argento nei 3000 siepi agli Europei di Monaco 2022, per meldonium, la sostanza svelata al mondo dalle positività di molti atleti russi, compresa Maria Sharapova. La concentrazione di meldonium, un modulatore metabolico vietato dal 2016, trovata nelle urine di Abdelwahed (155 ng/ml) è millesimale: fino a 100 ng/ml, la presenza di questa molecola è tollerata a causa delle difficoltà nel rilevamento e dei pochi studi disponibili. La pena comminata all’azzurro, 27 anni, romano figlio di genitori egiziani, è la più alta possibile e la più alta di sempre per un atleta positivo al meldonium.

Come ha vissuto gli ultimi giorni, Abdelwahed?

“Ho dato il mio primo esame per la laurea magistrale, diritto costituzionale applicato alla gestione dell’immigrazione. Frequento l’università a Camerino. Il morale è sottoterra, naturalmente, provo però ad andare avanti, la vita preme, non c’è solo lo sport”.

La sentenza è una sorta di ergastolo sportivo. Sharapova prese 2 anni, poi scontati.

“Una sentenza veramente punitiva. Mi sono ritrovato di fronte a questa squalifica di botto, all’improvviso. Abbiamo fatto ricorso al Tas di Losanna. Là potremo presentare tutto quello che abbiamo in mano”.

Come si difenderà?

“Abbiamo un test negativo eseguito da Nado Italia il 30 luglio 2022, due settimane prima della positività, riscontrata a Monaco. Poi, dopo la positività, ho fatto il test del capello e del pelo pubico in un centro di ricerca, quello di Orbassano tre giorni dopo la positività, che ha confermato la negatività per i due mesi precedenti (agosto e luglio 2022)”.

Come pensa sia andata?

“Devo aver assunto un integratore regolare contenente una molecola simile a quella del meldonium, che ha causato la positività”.

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Aiu contesta il test fatto a Orbassano, in un laboratorio non certificato Wada.

“L’unico laboratorio antidoping certificato Wada in Italia è quello dell’Acqua Acetosa. Ma non avrei potuto fare il test lì, non possono accettare provette da privati, loro si attivano solo su sollecitazione delle autorità antidoping. Mi hanno detto “ci dispiace, non possiamo”. Nemmeno avrei potuto farlo all’estero, i laboratori antidoping sottostanno tutti allo stesso regolamento”.

Il test positivo è stato eseguito nel laboratorio di Colonia, quello del famoso test di Alex Schwazer.

“Già. La mia non è nemmeno una contaminazione: il mio organismo ha trasformato la lisina assunta in una sostanza con molecola simile a quella del meldonium. Ma, poi, a una concentrazione bassissima. Nel dispositivo di condanna, parlano di microdosi. Ma un eventuale microdosaggio tra l’ultimo test negativo, il 30 luglio, e il 19 agosto, il giorno del test positivo, non avrebbe avuto il tempo di essere smaltito dal mio organismo, vista l’emivita della sostanza di 160 giorni, e non avrebbe comportato alcun beneficio, poiché nelle positività le concentrazioni trovate sono significativamente più elevate. Oltretutto, gente con una concentrazione molto più alta è stata assolta. Al Sant’Orsola di Bologna hanno persino comprato i macchinari e usato i metodi di Colonia: prendendo quell’integratore, quando andavo a fare pipì spuntava la molecola con lo stesso principio attivo del meldonium. Un falso positivo. Sul mio caso è stato addirittura pubblicato uno studio su una rivista scientifica di livello mondiale, l’European Review for Medical and Pharmacological Sciences. La pubblicazione purtroppo è uscita due giorni dopo la sentenza dell’Aiu”.

La utilizzerà davanti al Tas, a questo punto.

“Abbiamo disposto il ricordo, la questione verrà rivalutata con tutti gli elementi. Io sono innocente, pulito al 100 per cento. Quando lo dicevo io potevo anche giustamente essere messo in dubbio, ma quando otto ospedali in Italia fanno il test ed esco pulito non posso avere dubbi”.

Quando verrà valutato il suo caso?

“Mi hanno detto che l’iter sarà rapido, ma sarà comunque una questione di mesi. Ho paura che gli Europei di Roma siano ormai andati. Mi sto allenando, comunque, anche se la testa per molti mesi non c’è stata. E l’atletica è uno sport che non si ferma, che non perdona chi si ferma. Finché non mi squalificano tengo botta. La medaglia di Monaco, per World Athletics, c’è ancora. La squalifica parte a sentenza definitiva. E io ho fiducia che a Losanna salverò la medaglia e la mia carriera”.

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