Adesca una bambina di 11 anni su Snapchat, la convince ad andare a casa sua e poi la violenta: condannato un 25enne

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Prima è stata adescata online attraverso l’applicazione Snapchat. Poi è stata convinta ad andare a casa del ragazzo con cui si era scambiata i messaggi e infine è stata violentata. La vittima è poco più che una bambina di 11 anni, l’imputato è un ragazzo di 25 anni che risiede a Varese insieme ai genitori e alle sorelle.

Ieri, mercoledì, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Varese Alessandro Chionna ha condannato a 5 anni di reclusione per violenza sessuale su minore il giovane, che ha beneficiato della riduzione di pena per la scelta del rito.

La vicenda risale a gennaio del 2023 quando la bambina, residente in un paese del Varesotto, si è confidata con la sorella e la madre confidando di avere un “fidanzato”. La notizia ha messo subito in allarme la madre che, dopo aver ascoltato il racconto della figlia, si è rivolta alla Polizia.

Da quanto emerso dall’indagine, la giovanissima vittima era stata obbligata ad avere un rapporto sessuale completo con quel ragazzo che le avrebbe detto di avere molti anni meno di quelli che erano desumibili dalla carta d’identità.

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La bambina si era lasciata convincere dal 25enne ad andare a casa sua e una mattina ha preso il treno, lo stesso che ogni giorno la portava a scuola, per raggiungere Varese dove ha trovato il ragazzo. Ai famigliari presenti in quel momento nell’abitazione aveva raccontato che la vittima aveva 16 anni.

Il 25enne è in carcere da gennaio e il giudice ha anche respinto l’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa che avrebbe chiesto gli arresti domiciliari. Nei suoi dispositivi elettronici erano stati rinvenuti anche files pedopornografici, oltre alle foto che si era fatto inviare dalla vittima.

L’avvocato di parte civile Massimo Tatti non è soddisfatto per la pena, frutto di un calcolo dettato dal codice di procedura penale, ma è soddisfatto per il fatto che l’imputato sia rimasto in carcere: «Stiamo parlando di una vicenda gravissima, nella quale la serenità della giovanissima vittima deve essere tutelata».

La mamma della bambina è stata indagata per omesso controllo sulla minore: «fascicolo tutt’ora aperto che spero venga chiuso il prima possibile con l’archiviazione. Parliamo di una mamma lavoratrice che non aveva alternative e che appena ha scoperto i fatti ha immediatamente denunciato» – conclude l’avvocato Tatti.

Solo pochi giorni fa, sempre in provincia di Varese, era emerso il caso di una 11enne violentata da un 26enne vicino di casa e dal quale aveva poi avuto un figlio, venuto alla luce poche settimane fa. In quel caso la condanna è stata di 10 anni.

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