Bergamo, paziente oncologica avrebbe dovuto attendere due anni per gli esami di controllo: “Ma pagando 422 euro li ho fatti in due giorni”

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È una malata oncologica e la sua patologia le dà diritto all’esenzione dal ticket, eppure per sottoporsi a dei necessari esami di controllo richiesti dal suo medico curante avrebbe dovuto aspettare quasi due anni, mentre rivolgendosi al sistema privato – a fronte di una spesa di 422 euro – ha ottenuto un appuntamento appena due giorni dopo la richiesta: così B.S., lavoratrice di Bergamo, si è convinta che “in Lombardia se un paziente ha i soldi vive. Se uno non li ha, rischia la vita”.

È stata lei stessa a voler rendere pubblica la propria storia, raccontandola negli uffici della Cgil di Bergamo lo scorso 5 marzo: qualche settimana fa l’oncologo le aveva chiesto di sottoporsi a quattro esami entro la data del prossimo consulto. Così lei si è immediatamente attivata, con largo anticipo sulla data della visita, per prenotare una mammografia, un’ecografia mammaria, un Rx torace e un’ecografia dell’addome completo.

Sulle ricette che ha ricevuto dal medico specialista la classe di priorità indicata è la P, che significa esame “programmabile”, per prestazioni da erogare entro 120 giorni. “Per gli esami che mi servono, fino all’anno scorso c’erano circa sei mesi di attesa. Di questo ero consapevole – ha raccontato la donna – Al telefono però mi sono sentita rispondere che le prime date disponibili per tutti e quattro gli esami sarebbero state a fine 2025. Avrei quindi dovuto attendere quasi due anni”.

Non potendo aspettare così tanto, si è vista costretta a rivolgersi al sistema privato, “riuscendo a fissare i quattro esami per giovedì 7 marzo. Pur essendo io esente totale da ticket, nel sistema privato mi sono trovata a dover sborsare in totale 422 euro”.

Questo malgrado Regione Lombardia stabilisca che “nel caso la struttura a cui si rivolge il cittadino non avesse disponibilità ad erogare la prestazione entro i tempi previsti dalla specifica priorità, il Responsabile Unico Aziendale per i tempi di attesa […] si attiva per individuare altre strutture in grado di offrire la prestazione entro i tempi indicati”. Inoltre, recita ancora la normativa regionale, “qualora sul territorio dell’Ats non fossero presenti le disponibilità richieste, la struttura scelta è tenuta a erogare la prestazione con oneri a proprio carico chiedendo al cittadino di riconoscere il solo valore relativo al ticket se non esente”.

Proprio alla luce di queste disposizioni lo Spi-Cgil (Sindacato pensionati) di Bergamo ha stilato un modulo messo a disposizione dei cittadini danneggiati da liste d’attesa troppo lunghe, con l’indicazione di indirizzarlo alle Aziende socio sanitarie territoriali per rivendicare presso la Regione quanto la delibera prevede.

“Non si può obbligare la popolazione a rinunciare alle cure, non si può ledere un diritto universale – sottolinea Carmen Carlessi, della segreteria dello Spi-Cgil bergamasco – Invitiamo i cittadini a rivendicare il proprio diritto alla salute e a farsi sentire, scrivendo alle Asst a cui si sono rivolti per fissare esami e visite. E in protesta a richiedere secondo la normativa vigente che venga garantita l’erogazione della prestazione indicata dalla propria ricetta entro i tempi della classe di priorità”.

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