Bosniagate, spunta un atto notarile tra Midiri e Messina: “Ma l’ho firmato a titolo personale”

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Mentre imperversa la vicenda dell’ateneo fantasma, spunta un atto notarile siglato allo Steri, sede del rettorato di Unipa, in cui viene costituita un’associazione per fondare “l’università internazionale del Mediterraneo” insieme al dominus del Bosniagate, Salvatore Messina. Il documento risale al 30 maggio 2023. Lo firmano Massimo Midiri e Antonio Palma, a titolo personale e non nella veste di rettore e docente dell’ateneo palermitano. Eppure il notaio viene invitato nella sede istituzionale dell’università di Palermo. «Ho firmato a titolo personale – spiega adesso Midiri – con l’intenzione esclusivamente propedeutica alla costituzione di una rete di collegamento tra diversi attori culturali dei Paesi del Mediterraneo, presenti e riuniti allo Steri, con la finalità di attrarre studenti stranieri».

Midiri aggiunge di essere stato autorizzato dal Cda dell’ateneo a svolgere il ruolo di componente del comitato tecnico-scientifico dell’associazione. Un mese prima la collaborazione tra Unipa e Gorazde era finita in Senato accademico e nello stesso Cda, e ritirata dopo le verifiche online dei docenti su Messina e sullo pseudo ateneo (anche il Quirinale ha smentito la firma di qualsivoglia accordo con la presidenza della Bosnia-Erzegovina). L’università di Palermo, insomma, sapeva che attorno al Jean Monnet c’era qualche ombra. «L’atto – prosegue Midiri – non ha niente a che vedere con l’università di Gorazde né con il Jean Monnet. Ho comunque ritirato la mia adesione con una pec, non appena venuto a conoscenza dell’esistenza di un’indagine a carico del prof Messina». Il rettore si riferisce evidentemente all’attuale indagine della Procura di Palermo e non a quella di vent’anni fa, sempre a carico di Messina, per una frode alla Ue da 15 milioni. «Sono in atto verifiche sulla eventuale necessità di ulteriori passaggi notarili per una formale definizione della mia dissociazione», aggiunge Midiri.

Tra i membri dell’associazione per l’università del Mediterraneo anche l’ingegnere Marcello Conigliaro e Mounir Bouchenaki, archeologo algerino di fama mondiale a cui il Jean Monnet ha rilasciato una laurea honoris causa non valida. Nel documento ci sono poi i nomi di Raya Takieddine di Baakline e Gihane Zaki del Cairo. Di Takieddine non si trovano notizie online, Zaki ha diretto la sede dell’Accademia di Belle Arti d’Egitto a Roma. Tutti coloro che sottoscrivono l’accordo sono domiciliati in via Torrearsa 1: nello stesso indirizzo c’è la sede di un commercialista esperto in progetti europei.

Con una seconda nota Midiri tiene a precisare che «non era presente all’inaugurazione dell’anno accademico del Jean Monnet e non ha mai preso parte alla cerimonia di consegna dei diplomi o autorizzato banner pubblicitari». Va rilevato che sono state diverse le iniziative con rappresentanti del Jean Monnet allo Steri. Il 23 settembre 2022, per esempio, Midiri e Messina hanno presentato il libro “Il lume e la lama” dell’ex comandante interregionale della Guardia di finanza Filippo Ritondale. Il 21 novembre 2022 si svolgeva invece un convegno moderato dall’avvocato e visiting professor di Gorazde, Andrea Vincenti, con i saluti di Midiri e del sindaco Roberto Lagalla: fra i partecipanti la magistrata, Anna Maria Palma, e il presidente degli ordini dei dottori commercialisti di Palermo, Nicolò La Barbera.

Nella lista dell’università fantasma ci sono 133 professionisti fra docenti e ricercatori universitari degli atenei di Palermo, Napoli, Milano, Padova, Salento, ma anche medici, vertici delle aziende sanitarie e avvocati. Per quanto riguarda i docenti Unipa nel circuito Jean Monnet, la maggior parte proviene dalla facoltà di Scienze motorie dove Antonio Palma, fratello della magistrata Anna Maria Palma e cognato dell’ex preside di Medicina, Adelfio Elio Cardinale, è coordinatore del corso di laurea. Nell’elenco ci sono Marianna Bellafiore, Patrizia Proia, Felice Blando e Barbara Cappuzzo. Avevano o no un’autorizzazione per potere insegnare fuori dall’ateneo palermitano? Alcuni dicono di averla chiesta, altri non rispondono. «Fu Palma a propormi di insegnare al Jean Monnet – spiega Blando – Io ho chiesto l’autorizzazione all’ateneo e mi è stata concessa. Però poi non ho insegnato, ho anche pagato per iscrivermi all’albo bosniaco». Non è il solo, la professoressa Patrizia Proia ha sborsato circa 500 euro per iscriversi all’albo dei docenti esteri. «Siamo stati truffati anche noi – dice – Abbiamo fatto dei corsi seri. Siamo professori seri. Ho tenuto delle lezioni di Chimica al Jean Monnet e non ho mai ricevuto dei soldi. Dovevano pagarmi ma non lo hanno fatto. Mi costituirò in giudizio però prima devo risolvere la mia posizione con Unipa». La professoressa fa riferimento all’indagine interna avviata dall’ateneo per accertare ed eventualmente sanzionare le condotte dei docenti. Al Jean Monnet insegnava anche il fratello dell’attuale ragioniere della Regione: Pietro Tozzo, odontoiatra dell’azienda Villa Sofia-Cervello, fratello dell’avvocato Ignazio Tozzo

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