Carta acquisti alimentari, in arrivo 382 euro per 1,3 milioni di famiglie. Ma saranno molti gli esclusi

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Nel mese di luglio 1,3 milioni di famiglie riceveranno una tessera Poste Pay nominativa e caricata con un importo una tantum da 382,5 euro per fare la spesa (alcolici esclusi). Una riedizione della social card di Tremonti, questa volta voluta dal governo Meloni nella sua prima legge di bilancio.

La “carta alimentare” non nasce però sotto la stella del contrasto alla povertà. Lo dicono i requisiti per la distribuzione dei 503 milioni stanziati per l’operazione: un Isee fino a 15.000 euro (quasi il doppio di quello richiesto per il Reddito di cittadinanza). E quelli designati per spalmare le tessere tra gli 8 mila Comuni Italia: la popolosità e la distanza tra il reddito medio locale e quello nazionale.

Tutto è già compiuto: le liste sono state fatte da Inps e trasmesse ai sindaci che nei prossimi giorni inizieranno a spedire le lettere alle famiglie così individuate. Nessuno dovrà fare domanda. I risultati possono però essere paradossali: in alcune città chi ha un Isee da 7 mila euro non riuscirà a prendere la tessera, magari perché il suo Comune è molto piccolo e il numero delle tessere assegnato basso. Al contrario di famiglie non poverissime con Isee a 15.000 euro di altre città.

Se si escludono cinque città – Napoli con 31mila carte, Roma con 30mila, Palermo 20 mila, Milano 15 mila e Catania quasi 12 mila – tutti gli altri Comuni dovranno gestire poche migliaia di card a testa. Alcuni centinaia, se non decine (molti anche una sola). Tanto per fare esempi curiosi, a Tivoli, città natale del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, titolare dell’operazione “carta alimentare”, vanno 1.190 carte. A Maglie, provincia di Lecce, città natale del ministro Raffaele Fitto, appena 296 carte. Il triplo – 930 carte – a Treviso, città del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Solo 135 a Bonorva, provincia di Sassari, città della ministra del Lavoro Marina Calderone.

Ma vediamo come funziona la carta, chi sono i beneficiari e chi gli esclusi.

Quanto vale la carta

La Carta è stata istitutita dalla legge di Bilancio per il 2023, con una dotazione di mezzo miliardo. La Carta è caricata con 382,5 euro. Il numero di carte è stato di conseguenza fissato in 1,3 milioni.

Chi sono i beneficiari

La Carta va a cittadini appartenenti a nuclei familiari, residente in Italia, iscritti all’Anagrafe comunale e con un Isee ordinario in corso di validità con un indicatore non oltre i 15mila euro annui.

Percettori di Reddito di cittadinanza esclusi

Sono esclusi – ha ricapitolato l’Inps in un recente messaggio – i percettori di Reddito di Cittadinanza; Reddito di inclusione; qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà o in cui almeno uno dei componenti sia percettore di Assicurazione Sociale per l’Impiego – NASPI e Indennità mensile di disoccupazione per i collaboratori – DIS-COLL; Indennità di mobilità; Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito; Cassa integrazione guadagni-CIG; qualsivoglia differente forma di integrazione salariale o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.

Come funziona la Carta

Si tratta di una prepagata e ricaricabile che viene rilasciata dalle Poste attraverso la controllata Postepay. La tessera è nominale. L’operatività è prevista dal mese di luglio. E’ previsto che i beneficiari effettuino un primo pagamento entro il 15 settembre, a meno di decadere dal beneficio.

Gli elenchi dei Comuni

Settimana scorsa l’Inps ha aperto l’applicazione web dedicata ai Comuni e li ha istruiti in un webinar sulla procedura. Nell’applicazione sono presenti le liste dei beneficiari che l’Istituto ha predisposto, seguendo le regole che ha fissato il decreto ministeriale Masef-Mef che è stato pubblicato in Gazzetta uffiicale il 12 maggio scorso. L’ordine di priorità è questo:

  1. nuclei familiari, composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009, priorità è data ai nuclei con indicatore ISEE più basso;
  2. nuclei familiari, composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005, priorità è data ai nuclei con indicatore ISEE più basso;
  3. nuclei familiari composti da non meno di tre componenti, priorità è data ai nuclei con indicatore ISEE più basso.

Oltre a questi criteri, ci sono quelli di assegnazione delle carte a ciascun comune:

  1. una quota pari al 50% del numero totale di carte e’ ripartita in proporzione alla popolazione residente in ciascun comune;
  2. una quota pari al restante 50% e’ distribuita in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite medio di ciascun comune ed il valore del reddito pro capite medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione.

Infatti l’Inps ha predisposto una suddivisione delle Carte sui vari Comuni. Il mix dei requisiti genera una distribuzione assai variegata, che solo per le città più popolose va dalle 30.271 Carte per il Comune di Roma alle 14.866 di Milano, dalle 31.307 di Napoli alle 9.347 di Torino.

Le liste dei beneficiari

I Comuni hanno tempo fino al 27 del mese per “consolidare le liste dei beneficiari”, ha detto loro l’Inps abilitandosi al servizio “Carta solidale acquisti di beni di prima necessità”. Alle strutture territoriali dell’Inps è stato impartito l’ordine di “dare la massima priorità alla richieste di abilitazione presentate dai Comuni“, insieme al “supporto tecnico necessario per consentire ai Comuni il completamento delle attività nei tempi previsti” (messaggio 2188 del 13 giugno). Una volta consolidate le liste dei beneficiari, l’Inps avrà altri dieci giorni per rendere definitivi gli elenchi e li trasmette alle Poste per predisporre le Carte. A quel punto, ricevute le istruzioni dalle Poste, l’Inps girerà ai Comuni il numero identificativo delle carte da comunicare nelle lettere che verranno spedite ai beneficiari con le istruzioni per ritirare le carte.

I beneficiari saranno invitati a presentarsi per il ritiro della carta negli sportelli Postali gli uffici postali: sarà necessario portare con sé la comunicazione ricevuta dal Comune, che contiene l’abbinamento del codice fiscale del beneficiario al codice della carta assegnata. La carta, già attiva alla consegna, potrà esser utilizzata “in tutti gli esercizi commerciali che vendono generi alimentari”.

Il Masaf ha aperto il bando per chiudere la convenzione con gli esercizi che “aderiranno a piani di contenimento dei costi dei beni alimentari di prima necessità e applicheranno apposita scontistica in favore dei possessori delle carte”. L’indicazione è di applicare il 15% di sconto: entro il 20 giugno devono pervenire le adesioni.

Cosa si può comprare

Il decreto istitutivo della carta parla di “soli beni alimentari di prima necessità” ed esclude in modo esplicito “qualsiasi tipologia di bevanda alcolica”. Allegato, c’è l’elenco dettagliato dei prodotti:

  • carni suine, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole
  • pescato fresco
  • latte e suoi derivati
  • uova
  • oli d’oliva e di semi
  • prodotti della panetteria (sia ordinaria che fine), della pasticceria e della biscotteria
  • paste alimentari
  • riso, orzo, farro, avena, malto, mais e qualunque altro cereale
  • farine di cereali
  • ortaggi freschi, lavorati
  • pomodori pelati e conserve di pomodori
  • legumi
  • semi e frutti oleosi
  • frutta di qualunque tipologia
  • alimenti per bambini e per la prima infanzia (incluso latte di formula)
  • lieviti naturali
  • miele naturale
  • zuccheri
  • cacao in polvere
  • cioccolato
  • acque minerali
  • aceto di vino
  • caffè, tè, camomilla

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