Cavalli, scommesse, corse tra gli ulivi a Triscina c’è un ippodromo. Ma illegale

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CASTELVETRANO Organizzano corse di cavalli ogni due settimane, accettano le iscrizioni degli animali sulla loro pagina Facebook, forniscono quote per le scommesse con messaggi privati su Telegram, comunicano sui social ai tesserati il programma delle gare con orari e ordini di partenza, danno copertura video dalle batterie eliminatorie sino alla finale e in tempo reale pubblicano i risultati. A ogni manifestazione non mancano di invitare i partecipanti a rispettare il regolamento stilato per non creare intoppi nelle giornate di gara. Un gruppo di una decina di persone ha creato un meccanismo perfetto, degno di un moderno ippodromo, che ha un solo problema: è completamente illegale. Sono illegali le corse, che infrangono decine di articoli del regolamento sull’ippica del ministero per le Politiche agricole. È illegale l’ippodromo, che viola ogni regola sulla sicurezza dei pubblici spettacoli. Sono illegali i banchi che ricevono le scommesse clandestine. Sono illegali i metodi con cui vengono trattati gli animali.

La pista clandestina

A Triscina di Selinunte, una frazione del Comune di Castelvetrano, da poco più di tre mesi si sfidano cavalli provenienti da tutta la Sicilia. In un galoppatoio che è una striscia di terra battuta lunga un chilometro e duecento metri e larga una ventina, ricavata in mezzo agli ulivi. In contrada Manicalunga, accanto al kartodromo internazionale (quello sì con tutte le autorizzazioni necessarie), nel settembre scorso una ruspa ha spianato il rettilineo. Non c’è traccia di autorizzazioni. In passato in quell’area era stato inaugurato un centro ippico, ma non c’è l’ombra di una sola struttura. Niente stalle, niente rettangolo per il salto a ostacoli, nessuna clubhouse, nemmeno una baracca abbandonata. Accanto alla pista c’è solo immondizia, quintali di rifiuti abbandonati. Nell’area dove sostano i cavalli ci sono contenitori vuoti di medicinali e siringhe. Il doping è parte integrante del gioco. “Bombare” i cavalli è la normalità: la differenza sta nelle sostanze e nelle procedure.

All’insaputa di tutte le autorità

Il sindaco di Castelvetrano, Enrico Alfano, cade dalle nuvole. «So che in quella zona c’è un kartodromo — dice — ma non sapevo di un impianto per le corse dei cavalli. Grazie per la segnalazione, la girerò al comandante della polizia municipale».

Anche la prefettura di Trapani non sa nulla dell’ippodromo fantasma di Triscina, operativo da inizio novembre. Eppure le immagini raccontano di centinaia di persone lungo il percorso, la domenica, con le strade di contrada Manicalunga intasate come una tangenziale nell’ora di punta.

Il gestore: “Ci divertiamo fra ragazzi che amano i cavalli”

ll gestore dell’impianto ha pubblicato il suo numero di telefono sulla pagina social “Triscina Horse” e risponde con la massima naturalezza: «Ci divertiamo fra ragazzi che amano i cavalli, siamo un club privato», mette in chiaro Giuseppe. Che alla domanda su come ci si può tesserare non esita un attimo: «Bastano 50 euro, che valgono un anno e comprendono anche l’assicurazione».

Lui è anche il legale rappresentante dell’associazione sportiva “Mondo ippico” e al telefono non nomina mai le parole “corsa” o “gara” ma parla di “manifestazione, palio, sfilata”. Sottolinea che non ci sono strutture per il ricovero dei cavalli e che «il progetto è ancora da completare».

A parlare per lui ci sono i video girati da bordo pista. Un’utilitaria bianca a ogni sfida sfreccia accanto ai concorrenti filmandoli dall’uscita dalle gabbie fino all’arco del traguardo, un chilometro dopo. Scatta sgommando su una striscia larga meno di due metri e a oltre 50 chilometri orari sfiora alberi, spettatori e addetti alla pista per documentare ogni gara.

Scommesse da tutta la Sicilia

Non sempre tutto fila liscio. «Mi dispiace per il video della batteria, si è interrotto per colpa di una buca», scrive in un post in risposta alle critiche per il filmato bloccato sul più bello, a pochi metri dall’arrivo. Non una mancanza da poco. «Chi non può essere presente a bordo pista ma vuole scommettere ha bisogno delle immagini», sottolinea il titolare di un bar di Triscina che per evitare problemi chiede l’anonimato.

Con la copertura del centro ippico e dell’associazione, vanno in scena corse clandestine sulle quali si scommette da tutta la Sicilia. La cavalla morta qualche giorno fa a Palermo, in viale Regione siciliana, era una habitué di questo impianto.

Sul rettilineo di Triscina ci sono quattro strutture di partenza, identiche a quelle degli ippodromi di San Siro o delle Capannelle, i paletti ogni cento metri con l’indicazione della distanza mancante, l’arco del traguardo. «Le quote?», chiede un utente sotto il post dei partenti del prossimo 18 febbraio, a dimostrazione che si scommette sulle corse lì, in quello che era il feudo di Matteo Messina Denaro. Puntate illegali, anche a distanza, per un giro d’affari di decine di migliaia di euro che finiscono probabilmente nelle casse del mandamento di Castelvetrano. «Venite il giorno delle corse — dice Alessandro Tranchina — Ci sono diverse auto parcheggiate che raccolgono le puntate, anche se il grosso delle scommesse viaggia con i messaggi nelle chat create per l’occasione e chiuse subito dopo».

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