De Laurentiis e la Superlega: “Voglio la Serie Élite a inviti con squadre delle grandi città. Dovevo cacciare Rudi Garcia il giorno della presentazione”

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Aurelio De Laurentiis la Superlega in versione italiana la chiamerebbe “Serie E, dove e sta per Élite“. Fatta di “sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla Serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella Serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio”. Il presidente del Napoli, intervistato dal Corriere dello Sport, cavalca la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che ha ridato vita alle eventuali competizioni non-Uefa. De Laurentiis pensa proprio al modello Nba, senza promozioni e retrocessioni, “come il basket in America. Che ha i palazzetti strapieni. Vai a vedere i Lakers e non riesci a trovare un biglietto. Poi chiediti quanto incassano. E qualcuno obietta che il senso agonistico verrebbe a mancare. Non è vero niente”.

De Laurentiis: “Siamo in un circo dove distribuiscono solo noccioline”

Per De Laurentiis la sentenza è un “cambiamento epocale. La posizione dominante di Uefa e Fifa, che oggi l’Europa censura, è servita a elargire bonus in cambio di consenso. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti. Se io investo centinaia di milioni per partecipare a un circo che distribuisce noccioline, non fa utili e mi costringe a giocare sempre di più per tenere in piedi un carrozzone improduttivo, il gioco non vale la candela”.

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De Laurentiis: “Dissi ad Agnelli che la prima Superlega non mi convinceva”

De Laurentiis ricorda poi il primo tentativo di Superlega andato male: “non mi convinceva, lo dissi ad Andrea Agnelli. Mancava un avvicendamento di merito connesso al valore delle singole squadre. Ma in Italia chi sono i veri imprenditori del calcio? RedBird sta in America. L’Inter non si sa di chi sia. Vorrei avere il piacere di vedere in Lega Dan Friedkin e suo figlio qualche volta. Li ho incontrati a Los Angeles per parlare di cinema, ma qui non vengono. E nessuno si ribella all’idea balzana di una supercoppa che neanche gli arabi vorrebbero”.

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De Laurentiis: “Garcia era da cacciare subito”

Il patron azzurro ha parlato anche del cambio in panchina da Rudi Garcia a Walter Mazzarri. “Quando ho capito che Garcia era una scelta sbagliata? Il giorno che l’ho presentato a Capodimonte. Avrei dovuto fare un coup de theatre e dire: ve l’ho presentato, però adesso se ne va. Perché uno che arriva e dice: io non conosco il Napoli, non ho mai visto una partita… Avrei dovuto capire. E invece l’ho presa a ridere. Il fatto è che l’ha ripetuto altre volte. Sarebbe bastato che praticasse lo stesso calcio di Spalletti. Invece ha preteso che mandassi via un preparatore perfetto, per chiamarne uno che… Me l’avevano detto: questo t’imballa i giocatori. Sono dovuto restare a Castel Volturno da mattina a sera”.

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