DOHA – Un tuffo lungo un secolo. Taghi Askari, iraniano, cento anni, si è presentato ieri sul trampolino da 1 metro nell’Hamad Aquatic Centre di Doha poco prima della finale dei 3 metri donne. Braccia lungo il corpo, pelle molto bianca e consumata dal tempo, un costume nero e giallo, a passi lenti e con lo sguardo concentrato avanti, si è tuffato nella piscina tra gli applausi e le lacrime degli atleti sugli spalti. Bellissima la nuotata per riemergere, le tecnica e lo smalto non si sono appassiti col tempo. Una volta fuori dall’acqua, gli è stato consegnato un asciugamano, Askari se lo è stretto sulle spalle per asciugarsi e riscaldarsi. Premiato sul podio con una medaglia d’oro, ha pianto coprendosi gli occhi.
Momento molto toccante, ai Mondiali di Doha per dare il benvenuto tra due settimane ai campionati Masters sempre in Qatar dove Askari parteciperà, alla sua venerabile età. Nel 1951 ha partecipato ai Giochi Asiatici di Nuova Dehli conquistando l’argento dalla piattaforma e il bronzo dai tre metri. “L’ultima volta che ho gareggiato avevo 41 anni ai campionati nazionali e vinsi la medaglia d’oro”. 73 anni fa. “Poi ho dato addio allo sport, ma almeno l’ho fatto da campione”.
Gli Asian Games del ‘51
C’erano 489 atleti in 6 discipline a quegli Asian Games del ’51, nell’edizione 2022 sono stati 11,935 per 40 sport. “Ma io amo il mio sport oggi come lo amavo da adolescente, niente è cambiato, se non la mia performance!”, sorride. “Nel 1951 il livello dei tuffi in Iran era altissimo, quando da Teheran nel 1974 sono entrati a competere anche i cinesi, che hanno alzato tantissimo la qualità della disciplina, noi non siamo mai più stati in grado di prenderli”. Ha anche consigli da dare: “L’unica cosa che suggerisco è di amare questo sport e di rimanere in buona salute. Sono buone motivazioni per partecipare a qualsiasi gara”. La saggezza non manca. E neanche la voglia di guardare il mondo da lassù.
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