Emergenza rifiuti, dopo l’incendio al Tmb di Malagrotta il Campidoglio teme il complotto: “Episodio strano. A pensar male a volte ci si azzecca”

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Il coro di Natale del Campidoglio intona la sinfonia del complotto. Dalle parti di palazzo Senatorio nessuno crede che il nuovo incendio all’impianto di trattamento meccanico biologico di Malagrotta, il secondo in 18 mesi, sia accaduto per caso.

Nessuno lo dice apertamente, tutti lo lasciano ampiamente intendere: dietro alle fiamme che rischiano di mandare in tilt il piano per le Feste di Ama ci sarebbe una manina.

Se i vigili del fuoco hanno sedato le fiamme, al fumo denso e acre all’estrema periferia Sud della Capitale si mescola l’eco delle parole del sindaco Roberto Gualtieri.

“Mi sono confrontato anche col procuratore di Roma Lo Voi che mi ha assicurato il massimo impegno per fare luce su questo ennesimo episodio inquietante: se ci trovassimo in presenza di un atto doloso sarebbe un fatto di una gravità inaudita”, dice il primo cittadino.

Il primo incendio al Tmb della E.Giovi di Manlio “Il Supremo” Cerroni (in amministrazione giudiziaria) sarebbe stato causato dall’autocombustione di una batteria al litio di un monopattino dismesso e in attesa di smaltimento.

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Ma la memoria corre all’incendio che in piena era Raggi mandò in fumo l’impianto di trattamento Ama in via Salaria: telecamere spente, impossibile ricostruire cosa sia esattamente accaduto alla struttura di proprietà della municipalizzata dell’ambiente.

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Ora le fiamme di Natale. Che potrebbero portare alle estreme conseguenze già viste nelle due precedenti occasioni, quando la Prefettura decise di schierare i militari dell’esercito a difesa degli altri impianti di Roma. Una misura che il Campidoglio potrebbe richiedere già nelle prossime ore, considerata la possibile crisi di Natale.

Da settimane Ama sta cercando soluzioni per evitare di ritrovarsi con una città dai cassonetti stracolmi.

Una corsa a ostacoli: prima il bando (andato semideserto) che avrebbe dovuto garantire a Roma una mano dalle imprese private che si occupano di raccolta e smaltimento dei rifiuti, poi l’accordo a metà con i dipendenti per i bonus di Natale, quindi la lotteria per chi smaltisce correttamente gli incarti dei regali. Tentativi che rischiano di essere vanificati dall’incendio divampato il 24.

Una casualità a cui, come detto, in pochi sembrano credere in Campidoglio e nei suoi dintorni.

“Incendio di Natale. A pensar male a volte ci si azzecca”, si lamenta Claudio Mancini. Deputato romano del Pd è il più fido consigliere del sindaco Roberto Gualtieri.

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Giulio Bugarini, ex consigliere dem oggi nella segreteria del primo cittadino, articola così il pensiero di Mancini: “Il 15 giugno 2022, sempre a Malagrotta, il fuoco devastava il TMB2. Nelle settimane successive i rifiuti restarono in strada nelle giornate più calde. Ora l’incendio colpisce l’impianto durante le feste di fine anno quando si producono più rifiuti che mai”.

Quindi le dimensioni del danno: “Ci saranno 650 tonnellate al giorno di immondizia da smaltire, tanta ne lavorava il TMB1. Servirà una opera titanica per contenere la crisi incombente. Sarà aperta una ennesima indagine da parte della magistratura, vedremo”.

Vedremo se stavolta si individuerà la manina. Intanto il Campidoglio tira dritto sul termovalorizzatore di Santa Palomba, opera che il Comune di Gualtieri ritiene fondamentale per liberarsi dalla dipendenza dagli impianti dei privati.

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