Emma Bonino contesa da Calenda e Renzi per le Europee. Ma lei li gela: “Non mi fido”

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“Io personalmente ho già dato”, si spazientisce Emma Bonino. Al solo sentir citare Carlo Calenda, la mente torna all’estate del 2022: il voltafaccia improvviso, l’alleanza alle politiche stralciata nel giro di qualche ora, il tradimento con Matteo Renzi. Ma chi si fida più.

Eppure Calenda, impavido, già ci riprova. Un’alleanza con +Europa di Bonino, alle Europee di giugno, può voler dire sopravvivenza. Sopra o sotto l’asticella dello sbarramento al 4%, questa la posta in gioco. Bonino, allora.

Ci prova Calenda. E ci prova pure Matteo Renzi, che con la radicale non ha mai avuto un gran rapporto ma per sopravvivere sarebbe persino disposto a tornare insieme all’ex alleato-avversario di Azione, se non fosse per ora impensabile ricucire le ferite del freschissimo divorzio. Bonino, dunque.

In casa +Europa dalle sezioni locali nelle ultime settimane sono arrivate strane telefonate: “Qui gli amici di Azione ci dicono che andremo con loro alle Europee di giugno”, “Da Italia viva sostengono che l’alleanza è cosa fatta”. Da Roma rispondono che no, per ora non se ne parla. Troppo presto. E poi con chi? Con Renzi, che intanto flirta con Clemente Mastella? Con Calenda, che potrebbe firmare l’accordo con Cateno De Luca?

“Noi dobbiamo fare tutto lo sforzo per rafforzare +Europa e rafforzare il messaggio che l’Europa ci appartiene, è il nostro destino, dobbiamo combattere per il federalismo europeo”, ha detto Bonino in un’intervista ad Avanti popolo, qualche giorno fa. Certo, anche per lei lo sbarramento al 4% è un problema: a settembre 2022 la lista di +Eu si è fermata al 2,95%, alle Europee del 2019 fu 3,1% e nessun europarlamentare eletto. L’8,5% della Lista Bonino alle Europee del 1999 è un lontanissimo ricordo: si surfava sull’onda lunga dell’entusiasmo per la candidatura della leader radicale al Quirinale. Altri tempi. Certo però la popolarità della ex commissaria Ue è ancora forte: secondo un sondaggio Dire/Tecnè del 9 dicembre il consenso tra gli elettori arriva al 24,9%, più di Calenda (20,5%) e di Renzi (14,9%).

Nessuno stupore, quindi, che a sei mesi dal voto per Strasburgo il corteggiamento sia già così insistente. Chi tra Azione e Iv si allea con +Eu può sognare di farcela. Per ora, picche.

“Non mi fido”, dice Bonino. Una direzione del partito è in programma domani, ma è presto per sciogliere la riserva. “Una cosa è certa – dichiara sibillino il segretario Riccardo Magi -, +Europa con Emma Bonino ci sarà e avrà una sua centralità nello schieramento europeista perché le nostre proposte autenticamente federaliste e la nostra credibilità sull’Europa ci rendono una scelta coerente agli occhi di tanti proprio in occasione delle prossime elezioni che saranno decisive e cruciali per il futuro dell’Unione”. Il brand è il nostro, insomma: scegliamo noi.

Renzi ci prova, Calenda ci spera, perché in politica prima o poi tutto si dimentica. Devono stare attenti a Elly Schlein, però: anche il Pd a +Eu sembra interessato e non manca di farlo sapere. Ma in una competizione con le preferenze annacquarsi nel listone dem ai candidati di Bonino converrebbe poco: a quel punto non è meglio andar da soli, a costo di non farcela?, si chiedono. E la domanda, per ora, rivela un’unica certezza: Renzi e Calenda dovranno ancora penare.

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