Femminicidio Cisterna Latina, Sodano spara il colpo di grazia su Renée Amato. “Non volevo farla soffrire”

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“Quando ho visto che Desyrée Amato era ormai scappata, sono tornato in sala da pranzo e ho esploso altri due colpi. Mi sono reso conto che la sorella Renée non era ancora morta e non volevo farla soffrire”. Questo quanto ha sostenuto in sintesi, davanti agli inquirenti, il finanziere Christian Sodano, in un interrogatorio fiume che, prima che venisse disposto il fermo per il duplice femminicidio compiuto a Cisterna di Latina il 13 marzo scorso, è andato avanti dalla sera del dramma fino alle 5 del mattino successivo.

Chi è Cristian Sodano, autore del doppio femminicidio a Cisterna di Latina

Senza versare una lacrima e senza tradire emozioni, senza neppure chiedere informazioni sullo stato di quella che era ormai la sua ex fidanzata, il militare ha risposto alle domande degli investigatori e del pm. E ha svelato un ulteriore orrore: alla 19enne Renée, ferita gravemente, ha dato ben due colpi di grazia. Quelli che Desyrée, di tre anni più grande, ha sentito all’interno dell’abitazione dopo essere riuscita a scappare da una finestra ed era rifugiata dietro una legnaia in giardino.

A ventiquattro ore di distanza dal massacro il quadro dell’accaduto inizia a farsi più nitido. Sodano, 27 anni, in servizio alla Finanza di mare a Ostia, orfano di entrambi i genitori, viveva a Latina, dove ha uno zio carabiniere, in servizio presso la locale Procura e di recente andato in pensione. La morte della mamma poliziotta, per anni in servizio a Formia, e del papà finanziere, impegnato nella stessa città del sud pontino, dove aveva portato avanti importanti indagini sia sulla pubblica amministrazione che sul narcotraffico, lo avevano segnato. Si era allontanato dal sud pontino, dalla sua Minturno, e sei mesi fa, in discoteca, aveva incontrato Desyrée Amato, 22enne di Cisterna, appassionata di danza e con la passione per i viaggi. I due avevano subito avviato una relazione e una settimana fa erano stati in vacanza a Cuba. Quel viaggio aveva spinto Sodano a insistere affinché andassero a vivere insieme, rendendo ancor più importante il rapporto, ma avrebbe anche convinto sempre più Desyrée che quello non era l’uomo per lei. Troppo possessivo, troppo chiuso, sempre pronto a metterle mille divieti, considerandola una cosa sua e solo sua. La 22enne aveva rifiutato l’offerta. Per lei sembra che la storia fosse ormai finita. “Si erano lasciati una settimana fa”, ha detto un amico dopo il duplice femminicidio. Era scoppiata la prima lite. Il finanziere sembra non si rassegnasse a lasciare la giovane. Insisteva e nella notte tra il 12 e il 13 marzo scorso aveva dormito a casa della ragazza, una villetta nelle campagne di via Monti Lepini, dove la giovane viveva con la madre e la sorella Renée.

Alla vigilia di San Valentino il finanziere doveva prendere servizio a Roma. Avrebbe invece detto di essere malato, avrebbe dormito fino a tardi, ma una volta sveglio avrebbe detto nuovamente a Desyrée di andare a vivere insieme e all’ennesimo rifiuto avrebbe reagito male. “Non potevo farcela. Volevo uccidermi e per quello sono andato in macchina a prendere la pistola. Mi volevo suicidare, ma non ho mai neppure pensato di colpire Desyréé”, dirà poi agli inquirenti. Sono le 17 del 13 marzo scorso e nella villetta di Cisterna sta per accadere l’irreparabile.

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