Frode Pnrr, tra gli arrestati l’ex sciatore Alex Mair

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L’ex campione di sci altoatesino Alex Mair, ritirato dalle gare nel 1995, risulta tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta delle Fiamme gialle di Venezia per una maxi frode ai danni della Ue con i fondi del Pnrr. Si dovrebbe infatti trattare dell’imprenditore altoatesino residente a Verona che – secondo il quotidiano Dolomiten – è stato arrestato a Bratislava in Slovacchia.

Nel mirino 23 persone

La Guardia di finanza ha eseguito misure cautelari nei confronti di 23 persone su richiesta di Eppo, la procura europea, e sequestri preventivi per oltre 600 milioni di euro. Per Mair, originario di Bressanone, non si tratta dei primi guai con la giustizia. Nel 2022 fu accusato dal tribunale di Ferrara di riciclaggio e falso per una supercar immatricolata nella città emiliana. Nel 2007 patteggiò invece a Bolzano per un caso di auto a noleggio, “sparite” all’estero.

Perquisizioni in Europa

Tra le misure cautelari personali 8 in carcere, 14 arresti domiciliari e 2 interdittive a svolgere attività professionale e commerciale. Le operazioni hanno interessato diversi Paesi europei, con il coinvolgimento delle forze di polizia slovacche, rumene e austriache; sul territorio nazionale oltre 150 finanzieri hanno eseguito perquisizioni in Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, anche con l’ausilio di unità cinofile cash dog.

I finti bonus facciate

Le attività di frode, allo stato delle indagini attribuite al sodalizio criminale con il coinvolgimento di svariati prestanome e l’ausilio di 4 professionisti, hanno in una prima fase riguardato iniziative progettuali per decine di milioni di euro, finanziate a valere sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), nell’ambito della Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo ed erogati da Simest (società partecipata da Cdp con l’obiettivo di sostenere le imprese italiane nel percorso di internazionalizzazione), che ha corrisposto tempestivamente alle richieste dell’Autorità giudiziaria fornendo collaborazione alle indagini. Le investigazioni hanno poi permesso di far emergere come la medesima organizzazione, utilizzando spesso le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate).

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