Giro d’Italia, assolo di Healy. Roglic stacca Evenepoel, Leknessund salva la maglia rosa

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FOSSOMBRONE (Pesaro) – Dopo giorni di nulla o quasi una giornata di puro, grande ciclismo nella Terni-Fossombrone. Attacchi su attacchi, un grande vincitore di tappa, l’irlandese Ben Healy, ma anche sonore sberle tra Roglic e Evenepoel sull’ultima salita di giornata, il durissimo strappo dei Cappuccini. Remco fatica a tenere lo sloveno e perde le sue ruote, si difende, limita i danni, ma mostra i suoi limiti in salita, forse amplificati da una condizione fisica non ottimale. Roglic gli mangia 14”, non molti, ma assai significativi. Non cambia la maglia rosa: Leknessund limita a 20” il suo distacco da Evenepoel e difende il simbolo del primato per 8”. Roglic è terzo a 38”. Damiano Caruso entra nella top 10 (è 9° a 1’39”). Ma è molto significativa e minacciosa in chiave Giro la presenza con Roglic del duo della Ineos Thomas-Geoghegan Hart: il team britannico, anche senza Filippo Ganna, appiedato dal Covid e costretto al ritiro, sembra davvero il più attrezzato per il successo finale e ha ben due capitani (5° e 6° adesso i due, e poco meno di un minuto da Leknessund) da giocarsi sul tavolo che conta. Domani, a Cesena, la crono rimescolerà ancora le carte e con ogni probabilità ridarà a Evenepoel la maglia rosa. Ma è un Giro apertissimo e, finalmente si può dire, bellissimo.

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La tappa all’irlandese Healy

Al km 12 nasce la fuga del giorno, a 13: dentro ci sono Valentin Paret-Peintre (Ag2r Citroen), Derek Gee (Israel Premier Tech), Ben Healy (EF), Carlos Verona (Movistar), Alessandro Tonelli (Green Project Bardiani Csf Faizanè), Filippo Zana (Jayco AlUla), Mattia Bais (Eolo Kometa), François Bidard (Cofidis), Samuele Battistella (Astana), Toms Skujins (Trek Segafredo), Warren Barguil (Arkea Samsic), Oscar Riesebeek (Alpecin) e Alessandro Iacchi (Corratec Selle Italia). Il vantaggio massimo sfiora i 5 minuti. Alla prima tornata sulla salita dei Cappuccini attacca l’irlandese Healy, nel gruppo dei big invece è la Ineos a prendere l’iniziativa per i suoi capitani Thomas e Geoghegan Hart. Si frantuma il gruppo degli attaccanti, mentre Healy fa davvero la differenza isolandosi a oltre un minuto e mezzo dai suoi primi inseguitori. In testa al gruppo alla Ineos subentra per lunghi tratti la Jumbo di Roglic, soprattutto sulla seconda salita, quella delle Cesane.

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Roglic stacca Evenepoel

Healy arriva tutto solo, con oltre due minuti sull’ultima salita, i Cappuccini. Dietro strana fermata pipì per Roglic, proprio nel momento più caldo, nell’avvicinamento all’ultima salita, e con tutta la sua squadra davanti a fare il forcing. Ma è proprio di Roglic l’attacco che fa male: gli resistono solo Vlasov e la maglia rosa Leknessund, più in difficoltà Evenepoel, che deve pescare in fondo al serbatoio per difendersi. Roglic riparte ancora ed elimina Vlasov, mentre Evenepoel poco alla volta gli torna sotto, ma non riesce ad agganciarlo e anzi, viene raggiunto da Geoghegan Hart e Thomas proprio in vetta ai Cappuccini. Il terzetto va, ma con pochi secondi su Evenepoel, Almeida e Buitrago.

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Vince Healy, dietro di lui il canadese Gee, il campione d’Italia Zana e il francese Barguil a oltre due minuti. Roglic, Geoghegan Hart e Thomas arrivano a 4’34”, Evenepoel perde 14” dallo sloveno. La maglia rosa a 5’08”. Healy, il vincitore di tappa, è una delle grandi rivelazioni del 2023: classe 2000, è stato secondo all’Amstel Gold Race dietro Tadej Pogacar, oltre ad aver vinto Larciano e una tappa alla Coppi e Bartali.

La crono domenicale tra Savignano sul Rubicone e Cesena, 35 km di puro scorrimento, è un assist a Evenepoel, dunque. Ma siamo appena a un terzo di Giro. L’avventura non è che appena iniziata.

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