Il caso Mengoni-Mahmood: la violenza dell’outing, la scelta del coming out

Pubblicità
Pubblicità

Peter Gomez e Roberto D’Agostino hanno divulgato pubblicamente l’orientamento sessuale di Mahmood e Marco Mengoni. “Sono gay dichiarati” hanno affermato i due giornalisti durante la loro partecipazione a “Che sarà” su Rai3, condotto da Serena Bortone. La trasmissione affrontava il tema dei look e i messaggi trasmessi al Festival di Sanremo che si è appena concluso.

La reazione sui social media è stata critica verso i due giornalisti e la conduttrice, che – secondo alcuni – avrebbe dovuto prendere le distanze dalle dichiarazioni dei colleghi perché l’Ordine dei giornalisti, nel suo Testo unico dei doveri, tutela il “diritto alla non discriminazione” (art. 9) e alla “dignità della sfera sessuale della persona” (art. 11). Ma cosa hanno detto D’Agostino e Gomez? “L’anno scorso ci fu lo scandalo di Rosa Chemical che baciò Fedez – ha detto D’Agostino – Quest’anno Mengoni, che è gay dichiarato, con il giochino dell’ammazzamosche di plastica, ha baciato solo donne. Non ha baciato Amadeus”. Subito dopo è arrivato l’outing di Gomez a Mahmood: “Alessandro lo conosco da tantissimi anni e conosco sua mamma. Ho visto il suo primo concerto prima che partecipasse a Sanremo. Rispetto alla questione della gonna… Anche Alessandro è gay dichiarato ecc.”. Se la reazione di alcuni è stata “Lo sapevamo già, non è una notizia”, altri – come il sito d’informazione Gay.it – hanno scritto che né Mahmood né Marco Mengoni hanno mai fatto un coming out pubblico, cioè non hanno mai rivelato volontariamente il proprio orientamento sessuale.

Ma qual è la differenza tra outing e coming out? Il coming out è un gesto personale e liberatorio che sempre più giovani scelgono di fare per condividere il proprio orientamento sessuale con le persone importanti della loro vita e non solo. Una persona lo fa solo quando è pronta a farlo. L’outing invece è rivelare l’altrui orientamento sessuale senza il consenso della persona interessata ed è sempre una sovradeterminazione, un atto che viola libertà e l’autodeterminazione dell’altra/o anche nel caso si tratti di personaggi pubblici.

Uno dei pionieri dell’outing nel giornalismo è Michelangelo Signorile, autore e conduttore radiofonico americano, che sostiene quanto questa pratica sia uno strumento giornalistico utile per smascherare i politici apertamente omofobi e contrari ai diritti delle persone Lgbtqia+ ma segretamente omosessuali. Per Signorile non si tratta di una questione di gossip, di chiacchiericcio, di pettegolezzo, ma di una questione rilevante in alcune notizie perché rivela l’ipocrisia e le contraddizioni della classe politica.

Tuttavia, secondo la maggior parte della comunità scientifica, l’outing può avere un impatto negativo sulle persone che lo subiscono, con possibili ripercussioni psicologiche anche estreme. Anche per questo in Italia l’uso dell’outing politico non si è diffuso ed è oggetto di controversie anche tra gli attivisti per i diritti civili. Ma quello di D’Agostino e Gomez contro Mahmood non rientra, com’è evidente, negli outing politici. Sebbene alcuni membri della comunità arcobaleno avrebbero preferito che gli artisti avessero assunto in passato una posizione più forte e chiara durante i dibattiti sulla legge sulle unioni civili o contro l’omobitransfobia, ritenendo che una loro dichiarazione avrebbe potuto influenzare positivamente il progresso culturale e sociale del Paese, l’outing in sé è un atto violento. Va notato, per dovere di cronaca, che durante l’edizione di quest’anno del Festival di Sanremo, Mahmood ha dichiarato dal palco dell’Ariston: “Viva le differenze, viva la libertà di pensiero sempre e comunque”. Allo stesso modo, Marco Mengoni, mentre conduceva la prima serata, ha affermato: “Tutti i baci hanno gli stessi diritti”.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *