Spiace per le decine di talent in circolazione pieni di vip e vippettini o aspiranti tali, ma la macchina narrativa connaturata a Masterchef — Sky Uno — rimane pressoché imbattibile. E soprattutto con caratteristiche da contenitore universale nel quale — con il cooking come centro di gravità permanente — può starci davvero di tutto. A quel punto l’esperienza fa il resto, la confidenza ormai totale dei tre giudici (Barbieri, Cannavacciuolo, Locatelli) con il loro ruolo esplode in video e lì si tratta solo di scegliere il meglio, televisivo soprattutto, tra i concorrenti affamati di un posto al fornello.
Concorrenti che sempre più — davvero un caso unico in questi programmi — trasudano realtà composita effettiva, vaghi cenni multiculturali, ma soprattutto tanti tipi umani alle prese con emozioni e ambizioni: forse Masterchef, esagerando un po’, è raro neorealismo dei tempi attuali, per quanto il programma sia pettinato a dovere, come ovvio. Rispetto alla passata edizione sembra aumentare il mood divertimento, con gag continue e pedale premuto sugli snodi più emotivi di quanto succede: e lì i tre giudici vanno a nozze, compreso l’arcigno Barbieri al quale ha fatto un gran bene l’imitazione di Ubaldo Pantani. È sembrato autentico, ed è tutto dire in tv, anche lo scatto sentimentale, e ormonale assai, tra i due concorrenti ventenni, pronti a un impiattamento immediato di sé stessi. Non proprio irresistibile invece la novità del giudice ombra, misterioso e nascosto (a meno che non sia il ministro Lollobrigida. In quel caso: bel colpo). Infine, sarà un’impressione, ma tra i piatti presentati in avvio era superiore al passato il numero di preparazioni succulente a prima vista: con vera sofferenza di chi è al video e sta seguendo un regime alimentare ideato da specialisti feroci.
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I programmi dell’imminente futuro Rai si prestano a varie interpretazioni. Di sicuro, ci si potrà divertire con calembour quotidiani, come dimostrato ieri da Fiorello che ha prospettato: The Voice Balilla, Marciando con le Stelle, Eia Eia Eredità e, per quanto lo riguarda, Viva RaiDux.
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