Italia in allerta sulle varianti: “Priorità nel contact tracing a chi è contagiato da un ceppo mutato”

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L’Italia venerdì scorso aveva 125 casi di variante inglese e 3 di sudafricana. Oggi il Ministero della Salute fa suonare il campanello di allarme. Una nuova circolare dà la precedenza nel contact tracing alle persone di cui si sospetta il contagio con i nuovi ceppi di coronavirus. Rafforzate le raccomandazioni su isolamento e quarantena, con non potrà essere ridotta a dieci giorni. Il sequenziamento dei virus sarà portato a 500 campioni ogni settimana, all’interno di laboratori di massima sicurezza (classificati come P3) per evitare contaminazioni accidentali. La priorità, nel sequenziamento, andrà alle persone già vaccinate (potrebbero ospitare un ceppo mutato capace di sfuggire al vaccino), ai viaggiatori che provengono da paesi con un’alta circolazione delle varianti, a chi si reinfetta per una seconda volta: anche in questo caso il virus, evolvendosi, potrebbe aver imparato a evadere le difese immunitarie di chi è già guarito.

La cautela del nostro ministero della Salute nasce da quel che avviene attorno a noi: l’epidemia che solo ora ricomincia a essere sotto controllo in Gran Bretagna e in Irlanda e la metà dei nuovi casi diagnosticati in Olanda ormai appartenenti al ceppo britannico. Francia e Stati Uniti stimano che il virus mutato diventerà prevalente nei due paesi fra poco più di un mese.

A preoccupare è prima di tutto il ceppo rilevato a metà dicembre nel Regno Unito (che si chiama B.1.1.7) e, secondo il documento, “ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto alle varianti circolanti in precedenza”. Per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini, “sembrerebbe limitatamente e non significativamente ridotta”. Il ministero cita poi il ceppo brasiliano (P.1), arrivato in 8 paesi, Italia inclusa, e quello sudafricano, (che si chiama 501Y.V2) ed è stato già individuato in 31 paesi, fra cui il nostro. In Gran Bretagna ha superato i 100 casi ed è ormai diffuso anche fra persone che non hanno avuto rapporti col Sudafrica. “Dovremo contrastarlo duramente, e lo faremo” ha annunciato il ministro della salute britannico Matt Hancock. In due villaggi del Surrey dove è stato trovato un focolaio di ceppo sudafricano senza legami di viaggio con quel paese è partito uno screening a tappeto. Gli addetti ai tamponi busseranno a tutte le porte per testare quasi 10mila persone.

Anche il ceppo sudafricano è “caratterizzato da maggiore trasmissibilità” e potrebbe infettare anche chi ha già superato un primo contagio: “Sono in corso studi sulla maggiore frequenza di reinfezioni, in quanto la variante 501Y.V2 potrebbe sfuggire alla risposta anticorpale neutralizzante provocata da una precedente infezione naturale”. La variante sudafricana sembra compromettere in parte l’efficacia dei vaccini: “Studi preliminari in vitro hanno evidenziato una riduzione dell’attività neutralizzante nelle persone vaccinate con i vaccini Moderna o Pfizer-BioNTech rispetto alle varianti precedenti”.

Il Sudafrica fino a metà gennaio ha vissuto un’epidemia rampante e solo ieri ha salutato l’arrivo del primo carico di vaccini. Un aereo con un milione di dosi di AstraZeneca prodotti dal Serum Institute in India è stato salutato con gioia, dopo che il presidente Cyril Ramaphosa aveva denunciato lo squilibrio delle forniture a vantaggio dei paesi più ricchi. Le iniezioni, per gli operatori sanitari del paese, inizieranno a metà febbraio.

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