Jasmine Paolini batte Kalinskaya in rimonta, suo il Wta 1000 di Dubai

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Che sia l’anno del fattore “J”? Dopo Jannik Sinner, è arrivato il giorno di Jasmine Paolini che firma l’80° trionfo nella storia della racchetta femminile azzurra conquistando il Wta 1000 di Dubai e mantenendo, per l’Italia, un ruolino del movimento tutto da spavento: nelle prime otto settimane del 2024, il bottino è il seguente: uno Slam, un 1000, un 500 e un 250.

La vittoria di Paolini su Kalinskaya

Dopo Sinner a Melbourne e Rotterdam e dopo Darderi a Cordoba, lo sguardo si sposta su Jasmine Paolini, l’allieva di Renzo Furlan. La ventottenne toscana ha vissuto la settimana della sua vita, conquistando il secondo torneo in carriera, e quale poi: a Dubai erano iscritte tutte le migliori. Ma, in finale, sono arrivate l’azzurra di Bagni di Lucca e la moscovita Anna Kalinskaya. Ne è venuta fuori una finale con tanti saliscendi, per non dire un po’ pazzerella. Jasmine ha prevalso in rimonta 4-6, 7-5, 7-5 dopo una rincorsa continua: era sotto 3-5 nel terzo set. «È incredibile. Non lo so. Sono così felice, davvero tanto, di come sono riuscita a restare nel match. Onestamente? Non so come ho fatto a vincere, lei stava giocando troppo bene all’inizio. Ho cercato di giocare di più sul rovescio, ho cercato di spingere, di essere anche più rilassata, di colpire la palla prima, altrimenti lei mi muoveva tanto, mi faceva correre molto».

La gioia di Jasmine Paolini

Paolini numero 14 al mondo

Lunedì Jasmine si sveglierà e si vedrà come numero 14 del mondo, il suo best ranking. Settima italiana di sempre, dopo Schiavone (4), Errani (5), Pennetta (6), Vinci (7), Farina (11) e Reggi (13). «Devo rendermene conto un po’, credo. No, è incredibile. Non so cosa dire. Non sarà ogni settimana così, ovviamente, ma sto cercando di fare del mio meglio. Ne sono orgogliosa, sì». Per chiudere il discorso storico, prima di Jasmine soltanto Flavia Pennetta (Indian Wells 2014) e Camila Giorgi (Montreal 2021) avevano trionfato in un 1000, la categoria più importante subito dopo gli Slam.

Non saranno ancora maturi i tempi di una generazione che erediti i successi di Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci, ma qualcosa si muove. Ma chi è Jasmine Paolini? «Una tennista con ottime capacità fisiche: elastica, veloce e resistente. Animata da una forte motivazione». Parole di Renzo Furlan, che l’ha presa in cura quattro anni fa. Per lui, credendo nel suo progetto tecnico e nella sua ‘vision’ del tennis, Paolini ha perfino accettato di allenarsi a Belgrado temporaneamente, perché il coach di Conegliano Veneto aveva un rapporto con la federazione di Djokovic. E quando c’è fiducia si lavora più facilmente. «Le caratteristiche di Jasmine sono ottime per chi vuole sfondare nel tennis». Ma, fin dove si spingerà, non è dato sapere. Il coach veneto ha lavorato per migliorarne il servizio, aumentandone velocità e percentuali, oltre alla fase difensiva. In effetti, quando Paolini è con i piedi nel campo tira vincenti imprendibili alla faccia dei suoi 164 cm. «Una prima presa di coscienza c’era già stata l’anno scorso, quando è entrata tra le Top 30».

La scritta di Jasmine Paolini sulla telecamera

Paolini: “Difficile giocare sempre questo tennis”

Ma l’ultima parola spetta assolutamente a lei, a Jasmine. «Penso che ogni persona abbia la sua storia. Ho bisogno di un po’ di tempo per credere che forse potrei giocare a questo livello, come in questa settimana. Non sarà così, lo so, ogni settimana. Sarà dura. Ma sono qui a godermi il mio tennis, a godermi le partite in campo, amando quello che faccio, cercando di vivere il presente. Sono davvero felice. Non so più cosa dire». Non ce n’è davvero bisogno.

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