La confessione di Sharon Stone: “Sono su Tinder col mio vero nome. Ma non cerco sesso, solo amore”

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LONDRA – C’è una lunga e straordinaria intervista a Sharon Stone sul Times di Londra e possiamo iniziare a raccontarla così. La 65enne attrice americana rivela di essere su Tinder, la app per incontri, visto che sta cercando di “innamorarsi da anni”: “Mica sono su Tinder solo per scop**mi qualcuno! Così è facile. E mica devi andare su Tinder per questo. Basta prendersi un caffè al bar o fare la spesa al supermercato per trovare uno con cui fare sesso. Non è difficile. Io invece cerco l’amore. E sento che questo è l’anno giusto, al 100%”.

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Dunque, Stone confessa un altro dettaglio fondamentale: “Su Tinder sono con la mia vera identità”. Ma come? “Certo”, risponde nella sua maestosa magione con piscina turchese di Beverly Hills già appartenuta all’attore Montgomery Clift: “Non posso essere falsa”. Tanto che una volta, un’altra app di online dating, Bumble, l’ha bloccata, pensando che fosse un account fake. Stone reagì twittando: “Ehi, mi state escludendo, per caso?”.

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E così magari su Tinder avete già incontrato… proprio lei, Sharon Stone. L’attrice, celebre ai più soprattutto per Basic Instinct e la scena della femme fatale con le gambe accavallate senza biancheria intima, racconta i dettagli dei suoi incontri dopo aver fatto dating online. Alcuni inquietanti.

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Un uomo si è rivelato essere “un ex galeotto”. Un altro, invece, un tossicodipendente da eroina, “che si era fatto 20mila volte, e mi ha fatto vedere anche le foto. L’ho incontrato tempo fa nel giardino di un hotel di Bel Air e sono inorridita al suo arrivo. Allora chiedo al cameriere un bicchiere d’acqua, lui un cocktail all’assenzio. Fino a che gli dico: “Scusa, non posso farcela, ciao”. E vado via”.

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Eppure, ci sono state anche esperienze positive, seppur più platoniche. Come durante il Covid: “Un uomo che stava divorziando dalla moglie con due figli, un altro che aveva lasciato la ragazza poiché questa aveva deciso di abortire dopo essere rimasta incinta. L’ho aiutato a superare il trauma e lui ha aiutato me. Si, posso essere anche una buona psichiatra”.

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Ma che uomo cerca Stone? “Non ho prerequisiti. Non cerco nulla in particolare. Mai fatto. Quelli che lo fanno non hanno relazioni e si autocommiserano sul fatto che “almeno ci provano”. Basta incontrare uno per la strada, inizi a parlare, e senza neanche accorgertene sono passati due anni insieme”.

Poi ovviamente c’è la questione figli, tutti adottati, dopo due matrimoni e altrettanti divorzi, anche tormentati, da Michael Greenburg e Phil Bronstein: Roan (23 anni), Laird (18) e Quinn (17). Gli ultimi due vivono ancora a casa con lei: “Essere genitore ti fa essere più accorta quando incontri un’altra persona, perché la tua decisione può avere un impatto sui tuoi figli”.

Stone è nel suo studio artistico. Perché, oltre a essere una leggendaria attrice, ora è anche sempre più un’artista. Tanto che i suoi quadri sono stati lodati dal celebre critico newyorkese premio Pulitzer Jerry Saltz e la mostra “Sharon Stone: Welcome to My Garden” alla C Parker Gallery in Connecticut sta riscuotendo molto successo. Sarà aperta fino al 20 febbraio.

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“Qualcuno che mi conosce ha detto: “Ah, Sharon Stone sa utilizzare persino le mani?”. Oppure “quella matta stronza davvero ha pubblicato un altro libro?”. Eh già. I quadri, come l’esplicito “It’s My Garden, Asshole”, vengono venduti a oltre 50mila dollari a tela. “E no, non mi dà fastidio se qualcuno li compra solo perché ero famosa prima di questa mostra. Io mi sono guadagnata tutto”.

Stone, Golden Globe e candidata agli Oscar per Casino di Scorsese e nata tra gli Amish in Pennsylvania da madre contabile e padre operaio, spiega poi al Times di non essere un animale sociale, anzi: “Soffro di paralisi ansiosa in mezzo agli altri. Per questo non mi piace andare alle feste. Tutti si parlano addosso, mentre io vorrei essere solo a casa”.

Ma non si lamenta affatto della sua età: “Tra poco compio 66 anni. Sessanta-sei. È bellissimo. La gente che si deprime di diventare vecchia è stupida e irriconoscente”. E riguardo al gender gap, riferendosi a quando provarono a pagarla meno di Michael Douglas per Basic Instinct 2: “Il gender non c’entra niente. Sono affari. Non si tratta di avere o meno una vagina. Ma di rispettare un contratto”.

Stone poi definisce Donald Trump “un maiale grasso e disgustoso”, Hillary Clinton “straordinaria, il miglior esempio di politico con un gran senso dello Stato”. Assicura che la sua notorietà soprattutto per Basic Instinct non la turba: “Fui magnifica in quel film. Mi fa piacere aver partecipato a una pellicola che fa ancora parlare di sé dopo 30 anni”.

Infine, l’attrice di Basta guardare il cielo ricorda anche un incubo ricorrente della sua infanzia. Un episodio tremendo che ha già raccontato nel libro autobiografico Il bello di vivere due volte: quando suo nonno materno abusò, davanti alla futura attrice, della sorellina di 5 anni. Oppure quando la ragazza più popolare della scuola le diede un umiliante ceffone davanti a tutti. “Ancora oggi piango per tutto questo”, e secondo il Times inizia a farlo davvero, durante l’intervista: “Diventare una star del cinema non ti fa soffrire di meno”.

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