La leggenda era vera: i cavalli Chincoteague sono i discendenti dei destrieri dei conquistadores

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Gli antenati spagnoli dei Pony Chincoteague. Sì, una leggenda antica quanto gli Stati Uniti ha sempre raccontato come i mitici cavallini selvatici che popolano l’isola Assateague, fra Virginia e Maryland discendano dai puledri trasportati dai conquistadores. Oggi piccoli di statura perché si nutrono principalmente di alghe, si sarebbero salvati da un galeone affondato, approdarono a nuoto su quel lembo di terraferma. Ebbene: ora la casuale scoperta fatta da un paleontologo francese dà nuovo fondamento a quel mito.

La saga di quei mini destrieri, molto robusti ed estremamente intelligenti, qui negli Stati Uniti, è estremamente popolare. Resa celebre da un famoso racconto per bambini, Misty of Chincoteague di Marguerite Henry, pubblicato nel 1947: storia di un gruppo di cavalli che scampa ad un naufragio nuotando fino all’isola di Assateague. E di due bambini che secoli dopo risparmiano per comprare il puledro Misty insieme alla sua mamma Phantom. Dopo una serie di vicissitudini, lasceranno la giumenta libera di raggiungere il suo amato stallone – e campione di nuoto – Pied Piper. Tenendo con sé solo il cavallino.  

Da allora l’isola – divisa a metà da una recinzione visto che, è proprio il caso di dirlo, è a cavallo fra i due stati americani – è una meta turistica per tutti coloro che amano la natura selvaggia. D’altronde, qui i pony vivono allo stato brado. E chi si accampa sulla spiaggia può vederli scorrazzare liberi e felici: anche se è meglio non avvicinarsi troppo, perché non sono affatto amichevoli e mordono chi allunga troppo le mani verso il loro morbido pelo. Gli esemplari che vivono dal lato della Virginia sono 150, quelli del Maryland 90. I due Stati fanno molta attenzione a non far crescere ulteriormente la popolazione, dato che già oggi il cibo basta appena per tutti. Ma una volta l’anno, il primo mercoledì di luglio, le due mandrie si riuniscono grazie all’opera dei locali vigili del fuoco: che per l’occasione si improvvisano cowboy e conducono tutti gli esemplari a fare una bella nuotata fino alla vicina Chincoteague: sì l’isola che gli ha dato il nome, che sta leggermente più a largo. Un po’ festa, che culmina il giorno dopo in un’asta dove vengono venduti gli esemplari in surplus.  

Ma come si è arrivati a rintracciare le origini dei cavallini? Ci sono voluti gli studi sulle mucche di Nicolas Delsol – paleontologo del Florida Museum of Natural History – per dare fondamento alla vecchia leggenda. Lo studioso infatti si occupa usualmente di bovini. E stava proprio studiando antichi fossili di mucca ritrovati fra i resti di un villaggio spagnolo eretto ad Haiti nel 1500 quando ha trovato un dente evidentemente appartenuto a tutt’altra razza. Evidentemente di cavallo, certo: ma con pochissimo Dna in comune con quelli presenti in America ora.

Delsol ha dunque drenato tutti gli archivi del dna animale d’America: scoprendo che il parente più prossimo di quei destrieri vissuti centinaia di anni fa erano proprio i pony di Chincoteague. Una scoperta, che ha dato di fatto sostanza alla vecchia storia. «Non possiamo sapere se la leggenda sia vera: ma è evidente che i Chincoteague, discendono dai cavalli spagnoli presenti nelle colonie dei Caraibi cinque secoli fa», ha dunque spiegato lo studioso al Washington Post che alla scoperta ha dedicato un ampio servizio. «E ora riusciremo a proseguire questo filone di studi, non ho dubbi: capiremo meglio il ruolo svolto dai cavalli nella società coloniale spagnola».

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