La variante delta è arrivata al 22,7%

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Più di un caso di coronavirus su cinque oggi appartiene alla variante delta. L’ultimo monitoraggio di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute calcola che il 22,7% dei contagi dell’ultima settimana sono avvenuti con il ceppo osservato per la prima volta in India lo scorso autunno. La sua presenza è stata riscontrata in 16 regioni.

La Gran Bretagna, in cui la delta si è installata da un paio di mesi, è arrivata al 96% e anche in Francia la versione più contagiosa del coronavirus è responsabile ormai di un terzo dei contagi. La delta ha un indice di replicazione R (in assenza di misure di controllo) compreso fra 5 e 7. La variante alfa (o inglese), quella che è diventata prevalente in Italia dalla primavera, è tra 4 e 5. Il ceppo originario di Wuhan era intorno a 3. Con questa contagiosità, ci si attende che la delta sostituisca la alfa e diventi dominante nel corso dell’estate.

Il monitoraggio italiano del mese di giugno dava la delta al 16,8% dei casi. A maggio era al 4,2%. Nel frattempo sono comparsi nuovi focolai in molte zone d’Italia. L’assessore regionale del Lazio Alessio D’Amato venerdì mattina ha lanciato l’allarme: “Da noi la delta è arrivata al 34,9%”. In crescita in Italia anche la variante gamma,o brasiliana, che riesce a eludere in parte le difese del sistema immunitario, sia nei guariti che nei vaccinati. Nel monitoraggio di una settimana fa era al 7,3% e oggi arriva all’11,8%.

La variante alfa, che nell’ultimo monitoraggio di giugno era ancora prevalente al 75%, è scesa oggi al 58%. Il monitoraggio settimanale è stato effettuato su 777 tamponi positivi e si riferisce al 22 giugno. Il virus al loro interno è stato sottoposto a sequenziamento del genoma.

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