Lo strano avvistamento del casuario in Australia

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Con una diminuzione del loro numero del 30% negli ultimi 30 anni, avvistare un casuario in Australia non è semplice. Ancora più strano è vederlo nuotare in mare, come è accaduto ad alcuni bagnanti nella Bingil Bay, nel Queensland. L’avvistamento, tre giorni fa, ha causato scalpore sia perché non si sapeva che questo  grande uccello (le femmine, alte da 127 a 170 cm pesano fino a 59 kg e sono più grandi dei maschi, che pesano da 29 a 34 kg) sapesse nuotare in mare aperto, sia perché il Casuarius casuarius ha una brutta fama. Infatti questi uccelli caricano le persone e sferrano colpi potenti con i loro artigli lunghi fino a 12 cm. Anche negli ultimi anni sono stati registrati alcuni attacchi a persone, che hanno riportato gravi lesioni o sono state addirittura ferite a morte, tanto che nel 2004 i casuari sono stati inseriti nel Guinness dei primati come gli uccelli più pericolosi al mondo.

In realtà il casuario attacca soltanto se si sente minacciato ed è un animale piuttosto schivo e, come sempre, se la sua popolazione è diminuita tanto da inserire la specie tra quelle vulnerabili nella lista dell’IUCN, la colpa è dell’uomo, suo principale predatore.  La principale minaccia per i casuari è infatti la distruzione del loro habitat. Spesso sono uccisi dalle automobili e uova e pulcini mangiati da cani e maiali selvatici. Dopo un rapido declino del loro numero, per fortuna in Australia la distruzione dell’habitat si è quasi completamente arrestata e in Nuova Guinea ci sono ampie aree in cui l’uccello non viene cacciato, il che favorisce il ripopolamento.

I casuari sono importanti nella mitologia delle popolazioni indigene della Nuova Guinea e dell’Australia. I pulcini vengono catturati e allevati nei villaggi, in modo da usare le loro piume  come copricapo e gli artigli come ornamento per il naso. Infine, quando raggiungono una certa dimensione, vengono uccisi e mangiati. Nel Sud-Est asiatico il commercio di casuari è documentato da oltre 500 anni e si ipotizza che le popolazioni presenti in Australia e in alcune isole circostanti la Nuova Guinea siano il risultato dell’introduzione umana proprio attraverso il commercio.

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