Mennuni (FdI): “La maternità massimo desiderio”. Scoppia la protesta

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ROMA – Le ragazze hanno una missione: essere madri. Una cosa che deve diventare “cool”. Lavinia Mennuni, l’outsider pro vita e senatrice di Fratelli d’Italia, riporta indietro le lancette dell’orologio sulla famiglia, sui diritti, sull’emancipazione femminile. Si scatenano polemiche politiche, ma soprattutto resta il modello femminile indicato: per prima cosa mettere al mondo i futuri cittadini italiani. Mennuni in tv su La7, a Coffee break, afferma: “Mia madre mi diceva sempre: ricordati che qualsiasi cosa tu voglia fare (e io volevo fare politica da quando avevo 12 anni), la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta. E questo dobbiamo ricordarlo alle nostre figlie altrimenti il rischio è che in nome della realizzazione professionale, che io auspico e che è giusta, dimentichiamo che esiste la necessità e la missione di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri cittadini italiani. Noi dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni a far diventare la maternità di nuovo “cool”. Dobbiamo fa sì che le ragazze e i ragazzi di 18 e 20 vogliano sposarsi e crearsi una famiglia”. Lo Stato poi segue: secondo Mennuni, 3 figli, avvocata, 47 anni ,che alle ultime politiche nel collegio senatoriale di Roma centro, ha battuto Emma Bonino, la storica leader radicale e femminista.

Le lancette dell’orologio della destra hanno tempi sballati: del percorso di liberazione della donna e dell’autodeterminazione non c’è memoria. Dalle opposizioni parte il fuoco di fila di altolà. Ma anche sui social si scatenano dibattito e proteste. Chiara Appendino dà sfogo all’indignazione dei 5Stelle: “C’è nostalgia da Medioevo”. Cecilia D’Elia, portavoce della Consulta delle donne Pd, senatrice, commenta: “Meloni piuttosto spieghi perché questo non è un Paese per madri. Non c’è libertà e rispetto per le donne nell’idea che la maternità sia il loro destino”. “Più che ‘cool’ le parole di Mennuni sono molto ‘old’”, chiosa la renziana Raffaella Paita. Caustico Carlo Calenda: “Da Mennuni la sparata del giorno, ora la maternità e il Vaticano diventano “cool” qualsiasi cosa voglia dire”.

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Ma a difendere a spada tratta la senatrice meloniana è Fabio Rampelli, vice presidente della Camera di FdI, che contrattacca: “Il pensiero unico di sinistra è contro chi crede nella famiglia”. Critica utero in affitto e coppie omogenitoriali, perché “ alla donna, l’unica biologicamente in grado di dare la vita, sempre il pensiero unico di sinistra impone il disconoscimento della funzione più preziosa per l’umanità intera. Una funzione che non le ha consegnato il patriarcato, ma la natura”.

Denunciano le parlamentari grilline della commissione sui femminicidi, Alessandra Maiorino, Stefania Ascari, Anna Bilotti, Daniela Morfino, che “le parole di Mennuni sono il manifesto ideologico del partito di Giorgia Meloni”. La dem Simona Malpezzi ribadisce: “La politica deve rimuovere tutti gli ostacoli alla piena e libera realizzazione delle donne”. A marcare la distanza di visione e politica è, durante l’esame della manovra alla Camera, la segretaria dem Elly Schlein: “Meloni rompe il soffitto di cristallo sulle altre donne, su cui cadono le schegge taglienti. Votate la nostra proposta di congedo paritario di 5 mesi per entrambi i genitori. In una società patriarcale come la nostra il carico di cura familiare grava in modo spropositato sulle donne. Il congedo paritario potrebbe redistribuire quel carico”. E sempre per restare sulle politiche familiari, Vittoria Baldino, grillina, che mamma è diventata ai primi di dicembre di Nilde, sbotta in aula: “Alla faccia delle lotte per l’emancipazione femminile e contro il patriarcato fatte in questi giorni! Forse la senatrice di FdI non si rende conto che siamo nel 2023 quasi 2024 e non nel 1920”.

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