Muriel, Zaccagni e il gol di tacco: un colpo magico tra la religiosità di Socrates e Madjer, la leggerezza di Mancini e lo scorpione di Giroud

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Già il fatto di dare le spalle alla porta presume il punto di vista dell’ergastolano: per questo ogni colpo di tacco viene accolto con il sorridente sollievo che si riserva all’evento inatteso. E non sempre è questione di giustizia. Le giocate di Zaccagni e Muriel impreziosiscono l’abbrivio del weekend e aggiornano una tradizione che è assai variegata. Non ci sono facoltà che contemplano lo studio del colpo di tacco. L’unica materia da conoscere è l’istinto, nella sua forma più arcaica. Il colpo di tacco è un misto di arroganza e sopravvivenza e sempre rivela il bagliore di una virtù poco praticata: il coraggio. Innegabile è il piacere fisico della giocata, perché il colpo di tacco è probabilmente il più erotico (ma anche eretico) dei gesti.

Socrates il tacco di Dio, Madjer il tacco di Allah

Sempre chi di tacco colpisce, di tacco gioisce. E gode. Il brasiliano dal viso emaciato e lo sterno carenato – si chiamava Socrates – spacciava i suoi colpi di tacco per democrazia, infatti li eseguiva in una zona ininfluente del campo, quasi mai nel cuore dell’area avversaria. Il suo era il Tacco di Dio e considerata la fede nell’ignoto che il gesto implica, va da sé che il colpo dell’algerino Madjer divenne il Tacco di Allah: con un colpo di tacco, risolse una finale di Coppa dei Campioni, Porto-Bayern Monaco. Sapere che non tutti i colpi di tacco risultano decisivi è la premessa per considerarli degni di menzione. Del Piero segnò di tacco – al volo, roteando spalle alla porta – in un’altra finale di Champions, ma la Juve non seguì la scia di quella magia e perse contro il Borussia Dortmund. Nell’epoca televisiva – ma c’era ancora il bianco e nero – il colpo di tacco di Bettega a San Siro contro il Milan – siamo nel 1971 e quello che va sul fondo a crossare è Anastasi – rimane un gesto di sublime eleganza, un colpo alla Federer, estasi sabauda senza sgualcire il colletto della maglietta.

Atalanta-Milan 3-2: Muriel la risolve di tacco al 95’

Da Mancini a Ibrahimovic, storia di un gesto di classe

Esistono tacchi rasoterra – il milanista Menez a Parma qualche anno fa, l’interista Icardi contro la Sampdoria – e tacchi volanti. Nel repertorio di Ibrahimovic ci sono stati colpi di taekwondo (contro l’Italia a Euro 2004) e spade sguainate (in un’Inter-Bologna), Zola divenne poster con un gol segnato a Stamford Bridge contro il Norwich. Mancini (Roberto) in un glaciale gennaio del 1999 al Tardini, era in cartellone Parma-Lazio, si esibì in un balletto da far impallidire Roberto Bolle: nelle Top 10 che si stilano a cadenze forzate, spesso il tacco del Mancio risulta vincitore mentre un altro Mancini (Amantino) con un colpo di tacco risolse un derby, libidine con i fiocchi chioserebbe Jerry Calà. Di tacco hanno segnato gol clamorosi sia Hernan Crespo che Pippo Maniero, sia Cassano che Biava, il che sta a dimostrare che una volta nella vita possono riuscirci tutti.

Verona-Lazio 1-1: Henry risponde al gol di tacco di Zaccagni

La variante dello scorpione

Giroud e Paponi – a proposito di democrazia del gesto – ne idearono una versione apocrifa, detta “Colpo dello Scorpione”. Il tacco-assist più fenomenale della storia è quello di Redondo in un Manchester United-Real Madrid di Champions, il tacco-fuffa più fantozziano rimane quello di Balotelli con la maglia del City contro i Los Angeles Galaxy. Il suo allenatore dell’epoca, Mancini (lui di tacchi se ne intendeva) l’avrebbe crocifisso lì, piantando la croce sul dischetto del rigore. SuperMario si difese dicendo che pensava di essere in fuorigioco. Inevitabilmente litigarono, ed era la più insulsa delle amichevoli. Il tacco più dibattuto di recente è stato quello di Leao: azzardo o necessità? È la domanda delle cento pistole, ma il gesto stesso – spalle al mondo, cercando una soluzione – elude la questione. Il colpo di tacco il più delle volte è entrambe le cose. Un trequartista –flaneur degli Anni 70 di nome Arrigo Dolso, idolo di provincia – a Varese ne solleticarono la vanità con uno striscione: Rivera+Corso = Dolso – per un colpo di tacco avrebbe venduto la madre, spese di spedizione a carico del destinatario.

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