Nella tana del Feyenoord la Roma cerca nuove certezze

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ROTTERDAM — Senza tifosi, senza dirigenti, senza un futuro definito per mezza squadra, alla Roma servirebbe una pausa di riflessione, ma non è permessa e poi non funziona mai. Gli appuntamenti non si possono rimandare, almeno quelli importanti. Andare e vedere come finisce: “Il risultato è fondamentale, non è l’amichevole con i boscaioli di luglio” l’accostamento che fa Daniele De Rossi, “che ti consente di aspettare per vedere se c’è un processo di crescita, per tutti gli allenatori conta quello che si ottiene in campo”.

Mourinho: “Avrei voluto Totti e De Rossi all’Inter”

I giocatori in scadenza senza un ds

Non ci saranno i tifosi giallorossi al De Kuip, trasferta vietata, ma almeno si sono risparmiati la pioggia senza sosta di Rotterdam e il grigiore di una città moderna ricostruita dopo essere stata rasa al suolo. Fa venire in mente la Roma: avrebbe un disperato bisogno di ricostruirsi. Non c’è un direttore sportivo che ha lasciato a metà stagione scatenando un effetto domino, c’è stato l’addio anche di altri dirigenti vicini a Tiago Pinto, non c’è nessuno con cui i 10 giocatori in scadenza di contratto o di prestito possano discutere, da Rui Patricio a Lukaku, passando per Spinazzola e Llorente, a fine stagione tutti via. Ma prima di un futuro incerto c’è il presente, ed è solo un attimo che vola via. Una partita che vale il passaggio agli ottavi di una coppa che non può essere trascurata dopo la batosta in Coppa Italia con la Lazio e il balbettante campionato che la tiene sempre fuori dalla zona Champions League, sarebbe vitale per la sopravvivenza di un club che non può spendere più di quello che incassa. Di fronte ancora il Feyenoord, ma non dovevamo vederci più? La scorsa stagione il doppio confronto in Europa League, l’anno precedente la finale di Conference, nove anni fa sempre la doppia sfida con De Rossi, allora giocatore. Per lui è l’esordio da allenatore in Europa, un anno fa era a festeggiare la figlia ed era stato appena esonerato dalla Spal: “Mi dispiace non essere con Olivia per i suoi dieci anni, ma oggi ho l’umore opposto. E ogni tanto bisogna essere grati di quelli che si ha e che si ottiene”.

Il nuovo inizio di Pellegrini

La dimostrazione che bisogna solo attendere perché cambi il destino. Pellegrini ha aspettato, un inizio stagione tra i fischi, la crisi con Mourinho certificata dai numeri — tre gol e tre assist dall’addio del portoghese — e con una parte del pubblico romanista che tra social e striscioni (l’ultimo “sei l’anello debole” riferendosi all’anello che la squadra ha regalato a Mou dopo la Conference e che il tecnico gli ha lasciato nell’armadietto) non gli hanno riservato carezze, e ora un nuovo inizio. Dice De Rossi: “Lui è un esempio per tutti, una guida in campo”.?

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