Panetta al Forex: “Rigore sui conti italiani, ma è fisiologico aumentare salari”

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MILANO – Il primo intervento di Fabio Panetta come governatore al Forex, a Genova, è all’insegna del rigore. Rigore nei conti pubblici dell’Italia, e nella gestione di rischi e investimenti tecnologici per le banche vigilate. Mentre servirebbe più generosità con i lavoratori, “dopo le perdite di potere d’acquisto sui salari”.

Il quadro macroeconomico pur in una “congiuntura globale che resta fiacca”, mostra alcuni segnali positivi, come un’inflazione che scende “a velocità pari o superiore a quella a cui era aumentata”, o un mercato del lavoro che “ha un’incidenza ben inferiore sui costi delle imprese a quella dei beni intermedi e dell’energia”.

Il banchiere centrale, differenziandosi notevolmente dal precedessore Ignazio Visco che negli ultimi tre anni ha sempre sottolineato il rischio di una spirale viziosa tra aumento dei salari e prezzi, ha suggerito di fare il contrario: “Oggi la probabilità che un ipotetico rafforzamento della dinamica salariale dia il via a una tardiva rincorsa salari-prezzi è esigua. Per di più, con pressioni inflazionistiche che volgono al ribasso e profitti delle imprese elevati, un qualche recupero del potere d’acquisto dei salari, dopo le perdite subite, è fisiologico e potrà sostenere i consumi e la ripresa dell’economia”. Un assist ai sindacati degli italiani, che da anni stanno perdendo posizioni nelle remunerazioni in Europa.

“Il governo fa poco”: ai vigilantes restano salari da fame

“L’avanzo primario”

La situazione globale continua a presentare incertezze, di congiuntura ma anche strutturali. E per farvi fronte l’Europa deve ritrovare “quella comunità di intenti a livello economico e politico che ha permesso una risposta compatta e tempestiva allo shock pandemico”.

Quanto all’Italia, deve “muoversi su più fronti per imprimere un’accelerazione al consolidamento dei conti pubblici: una gestione prudente della finanza pubblica, volta a conseguire adeguati livelli di avanzo primario, di pari passo con riforme e investimenti capaci di rilanciare la crescita”.

Nessun cambio di campo geopolitico – “anche l’adesione all’Unione europea e al blocco Atlantico diventano vantaggi competitivi in un quadro di relazioni internazionali più difficili – e soprattutto nessun deficit nei conti per per il governo Meloni: anche perché la crescita del Pil 2024 stimata dalla vigilanza per il Paese, rivista al ribasso dalla Bce allo 0,8%, “potrebbe risultare ottimistica alla luce delle informazioni recenti”.

Disciplina totale quindi, e due direttrici suggerite all’esecutivo per “intraprendere un sentiero di crescita”: il primo è “dare certezza agli investitori su una traiettoria discendente del debito pubblico”, che potrebbe produrre “una riduzione dei premi per il rischio così da rendere meno arduo il percorso”; il secondo è uno stimolo degli investimenti in grado di accrescere l’innovazione e la produttività”.

Il taglio dei tassi

Pur senza entrare nel merito del prossimo allentamento monetario – “ogni congettura sul momento sarebbe un esercizio sterile oltre che irrispettoso della collegialità del Consiglio della Bce – il governatore ha notato che, più che un mancato ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%, ci sono casomai rischi che i prezzi si raffreddino troppo, comprimendo la domanda aggregata.

“In Europa l’economia non ha finora subito una recessione profonda, ma ristagna da molti trimestri e non emergono segnali di una decisa accelerazione. L’inflazione sta rapidamente diminuendo e i rischi per la stabilità dei prezzi si sono ridimensionati. Se la politica monetaria tardasse troppo ad accompagnare la disinflazione in atto potrebbero emergere rischi al ribasso per l’inflazione che contrasterebbero con la natura simmetrica dell’obiettivo stabilito dal Consiglio Bce”.

Panetta ha parlato, più che dei tempi (l’86% degli operatori presenti al Forex si attende un calo dei tassi dell’euro da giugno, non già in aprile) delle tre condizioni per ridurre il costo del denaro: una disinflazione in fase avanzata, il calo dei prezzi che stia continuando e, infine, il fatto che il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione non sia compromesso da un eventuale taglio.

I nuovi servizi

Anche le banche vigilate, seppure i principali indicatori di bilancio offrono un’immagine positiva del sistema”, non devono deflettere dalla linea del rigore, usando il maggiore capitale accumulato anche grazie alla risalita dei margini d’interesse spinti dai tassi – ormai il capitale primario Cet1 è salito al 15,8% medio delle attività a rischio – per investire in un’innovazione digitale al servizio di rapporti sempre migliori con i clienti.

“Negli anni scorsi il dibattito sugli effetti della tecnologia era centrato sul rischio che le giovani e innovative società Fintech disintermediassero gli operatori tradizionali, ma questo rischio non si è materializzato”, ha detto Panetta.

Mentre “è divenuto chiaro che la sfida più importante proviene dai giganti mondiali della tecnologia quali Google, Apple, Facebok, Amazon, Microsoft e altri ancora, che godono di formidabili vantaggi competitivi con risorse finanziarie ingentissime e capacità di sviluppare tecnologie alla frontiera digitale”.

Per garantirsi un futuro gli intermediari, non necessariamente con nuove fusioni (assenti dal discorso del banchiere centrale) “dovranno rispondere a queste tendenze ampliando ulteriormente il ricorso a tecniche innovative – utilizzando l’identità digitale, i dati destrutturati, l’intelligenza artificiale – per conseguire guadagni di efficienza e migliorare la qualità dei servizi offerti. E soprattutto ponendo la massima cura ai rapporti con la clientela”.

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