Papa a L’Aquila per la Perdonanza: “La ricostruzione chiede collaborazione e sinergia”. E saluta la folla in dialetto

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Papa Francesco oggi è a L’Aquila per la 728esima Perdonanza celestiniana. Come primo impegno si è recato in piazza Duomo per salutare e dimostrare solidarietà alle famiglie colpite dal sisma del 2009. Il Papa chiede per la ricostruzione post-terremoto all’Aquila “collaborazione”, “sinergia” e “un impegno lungimirante”. “La rinascita personale e collettiva è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti. È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro”. Serve l’impegno di “tutti, tutti insieme, sottolineare questo, tutti insieme”, ha detto il Pontefice alla folla radunata per ascoltare le sue parole.

Sinergia e concordia per ricostruire

Francesco, nell’incontro con i familiari delle vittime ha espresso la sua vicinanza e ha sottolineato la grande capacità di questo popolo di rialzarsi: “Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione”, ha detto il Pontefice. “C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti. Insieme. Insieme. È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante. Perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti. Per il futuro”. E ha aggiunto: “Nell’opera di ricostruzione, le chiese meritano un’attenzione particolare. Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza”.

La giornata

Il Papa è stato accolto dal cardinale Giuseppe Petrocchi, dal presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, dal prefetto dell’Aquila Cinzia Teresa Torraco e dal sindaco Pierluigi Biondi. Dopo la visita privata alla cattedrale, che mostra ancora i segni del terremoto del 2009, il Papa si soffermerà sul sagrato, dove rivolgerà un saluto ai familiari delle vittime del sisma, alle autorità e alle persone radunate intorno a lui. Poi si recherà alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio per aprire la Porta Santa. Da quel momento chiunque – pentito e confessato e accostandosi alla comunione e recitando il Credo, il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre, secondo le intenzioni del Papa – potrà ottenere l’indulgenza plenaria concessa da Celestino V con la bolla Inter sanctorum solemnia.

Un pensiero ai detenuti e il saluto in dialetto

l Papa ha salutato i detenuti presenti alla sua visita all’Aquila. “Voglio salutare e ringraziare la delegazione del mondo carcerario abruzzese, qui presente. Anche in voi saluto un segno di speranza, perché anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime – ha sottolineato il Pontefice -. Oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale”.

 “A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemonnanzi!”: così Papa Francesco ha salutato, in dialetto, gli aquilani.

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