Picchiata e spiata dall’ex marito ma la pm vuole archiviare il caso: “Fermatelo, mi sfregerà con l’acido”

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Si è separata da suo marito perché lui era diventato violento «verbalmente e fisicamente».

Così racconta la donna, che chiameremo Luisa, nella memoria e nelle denunce, più di dieci, che ha presentato da un anno e più in polizia e finite in procura.

Luisa è mamma di una bambina di 3 anni che da alcuni mesi si fa la pipì addosso e dice: «Non voglio stare con papà».

Ma ha anche assistito all’aggressione della mamma da parte del genitore. Gli avvocati e l’associazione anti violenza che seguono Luisa hanno chiesto una misura cautelare nei confronti di questo ex ma senza ottenere alcuna risposta.

Lettere sono state inviate anche al procuratore, al questore e al ministro di giustizia. Silenzio.

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Anzi, una risposta a Luisa è arrivata, lo scorso febbraio: la richiesta di archiviazione per alcuni episodi di maltrattamenti. Si tratta di «denunce e integrazioni generiche», scrive la pm Daniela Cento nella sua richiesta di archiviazione al giudice e alla quale l’avvocato Fabio Massimo Aureli ha fatto opposizione. Di più.

«Ho chiesto l’ammonimento del questore. Non si può lasciare una donna in questa situazione», spiega il legale. «I fatti non sono continuativi», c’è scritto in un altro passaggio delle carte della pm e «si inseriscono in un contesto altamente conflittuale tra le parti in fase di separazione e che non riescono a trovare un costruttivo equilibrio».

Oltre alla considerazione che liti verbali, accuse e minacce per la pm sono «tipici in vicende nelle quali c’è una separazione burrascosa e non integrano il delitto di maltrattamenti». Luisa aspetta di essere ascoltata da due anni e spera che ci sia ancora tempo per farlo: «La mia paura è che lui mi sfregi con l’acido».

L’ex è già sotto indagine a Civitavecchia per l’aggressione in un agriturismo alla quale ha assistito la figlia, ci sarà l’udienza preliminare l’anno prossimo per maltrattamenti. Sta di fatto che la donna, nell’agosto scorso, ha presentato denuncia per tre localizzatori trovati dentro la valigia che la bambina utilizza quando va dal padre, in macchina nella cintura di sicurezza dove siede la figlia. Un terzo è stato rilevato nel salotto ma non si trova.

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È sempre nell’agosto scorso che davanti alla figlia e al nuovo compagno Luisa è stata presa a schiaffi e scaraventata a terra. Il novembre precedente, ritornando a casa, l’ex le è andato incontro, ha inveito contro di lei, le ha gettato il cellulare a terra, le ha sputato in faccia, l’ha afferrata per un braccio. Prognosi: dieci giorni. «Stronza» e «zoccola» sono gli insulti che le vengono rivolti a ogni occasione utile. Mentre la figlia, sempre a detta della madre e come riportato in denuncia, piange quando deve trascorrere i pomeriggi col papà.

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«È un anno e mezzo che la seguiamo e che chiediamo una misura cautelare anche blanda per far capire a lui che la giustizia c’è – dice la presidentessa di bon’t worry, Bo Guerreschi -. Lei ha subito violenza fisica, la bambina violenza assistita. Poi ci sorprendiamo se l’80 per cento delle donne non denuncia. La procura deve intervenire tempestivamente prima che sia troppo tardi».

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