Referendum per portare Matera in Puglia: in Basilicata la raccolta firme avviata da due ex senatori. Il sindaco Bennardi: “Una provocazione che fa riflettere”

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Di tanto in tanto, ciclicamente, un po’ per provocazione, un po’ perché qualcuno ci crede davvero, torna a circolare nella città dei Sassi l’ipotesi di “migrare” dalla Basilicata alla Puglia, spostare quella linea invisibile che divide Basilicata e Puglia, un po’ più in qua, giusto quella quindicina di chilometri che consentirebbe alla città di Matera di rientrare completamente in territorio pugliese.

Va rilevato che questo sentimento pro Puglia è dettato sia dal retaggio culturale materano (dialetto, cibo, microclima), da sempre molto più vicino alla provincia barese che all’entroterra lucano, sia dal senso – spesso esagerato e travisato – di oppressione, di ingiustizia, di invidia, da parte dei cugini della sponda occidentale lucana.

Hic stantibus rebus, è facile capire come questi rigurgiti di secessionismo made in Lucania possano attecchire facilmente e riproporsi di tanto in tanto. Questa volta, a far riparlare dell’argomento, due politici veri, di una certa caratura: Tito Di Maggio, ex candidato alla presidenza regionale della Basilicata con il centrodestra (sconfitto da Pittella), ed ex Senatore della Repubblica, e Corrado Danzi, medico, anch’egli con un passato a Palazzo Madama.

I due ex senatori eletti nel collegio di Matera, rappresentanti dell’associazione “Matera Terra d’Otranto”, il cui nome richiama il passato geopolitico della città dei Sassi, in una conferenza tenutasi lo scorso venerdì nella sala conferenze del centralissimo Hotel San Domenico hanno proposto nientepopodimeno che un referendum popolare per l’annessione della città di Matera alla vicina Regione Puglia come prima formale iniziativa della neonata associazione.

Lo slogan della questione, poi, è di quelli che mirano soprattutto ad accendere il fuoco del campanilismo: “L’uovo di Pasqua di Matera per Potenza”, probabilmente una mossa scientificamente pensata per scaldare gli animi mirando alla pancia dei cittadini che sono storicamente insofferenti dal presunto “dominio” e dalle ingerenze del capoluogo di regione.

“Il nostro – hanno spiegato i due senatori – è un progetto che vuole stimolare il protagonismo della città di Matera con azioni dirompenti che riteniamo necessarie a far sì che vengano accelerati i progetti di sviluppo locali. La nostra non è una provocazione, ma una vera e propria azione che vogliamo concretizzare senza indugi e senza sosta fino al raggiungimento dell’obiettivo finale”.

La prima azione, hanno annunciato, sarà quella della raccolga delle 50 firme necessarie per presentare al Comune la richiesta di un referendum per l’annessione alla Puglia, considerando sia le caratteristiche naturali del territorio, sia la sua cultura. Poi, le firme necessarie alla concreta presentazione del referendum diventeranno 5.000, ma i promotori contano di riuscire nel loro intento addirittura prima dell’estate.

Interpellato da Repubblica sull’argomento, il sindaco della città dei Sassi, Domenico Bennardi, ha voluto esprimere chiaramente il suo punto di vista: “Piuttosto che di annessioni, dovremmo parlare di connessioni, anzi di interconnessioni, di facilitare la mobilità, i trasporti, la circolarità del sapere tra i nostri giovani, tra le nostre imprese, tra le nostre università, tra i nostri viaggiatori. Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi bellissimi, che meritano di essere connessi e collegati tra loro, e questo lo si può fare condividendo progettualità, patti di amicizia, come quello siglato tra Matera e Bari e tra Matera e Taranto, ne stiamo preparando un altro con il Comune di Ginosa; non atti amministrativi teorici, ma documenti strategici di visioni condivise. Sul piano amministrativo non è facile prevedere se Potenza possa essere migliore di Bari, se l’attenzione che oggi viene considerata non sufficiente possa migliorare se si passa in una Regione già complessa e grande. La Puglia ha un bellissimo Parco, quello dell’Alta Murgia, con cui possiamo stringere accordi strategici in virtù delle analogie e della prossimità con il Parco della Murgia Materana, ma come si fa a rinunciare al bellissimo versante lucano col Parco Nazionale del Pollino e col Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, come si fa a rinunciare all’altrettanto meraviglioso Parco regionale di Gallipoli Cognato delle Piccole Dolomiti Lucane. Inoltre, che fine farebbe l’Unibas a Matera? Perderemmo la storica Scuola di specializzazione in beni archeologici, il corso di Scienze del Turismo e quello di Architettura per ricominciare tutto da capo con una delle Università Pugliesi?”.

Sulla proposta poi ha aggiunto che “Quella dei senatori Di Maggio-Danzi, è interessante sul piano di una suggestione storica, naturalistica e, se vogliamo, anche politica vista la non sempre facile interlocuzione e considerazione tra il territorio materano, dell’intera provincia, e l’ente Regione Basilicata. Intanto ricordo una proposta simmetrica e opposta, ovvero di annettere la provincia di Taranto alla Basilicata nel 2018, promossa dall’associazione “Taranto futura”. Per quanto, però, i senatori definiscano “concreta” la loro proposta, mi pare sia destinata a rimanere una provocazione. Ritengo, invece, più interessante la proposta di qualche anno fa sulle “Macro Regioni”, ma anche questa diventa insensata senza un riequilibrio complessivo dell’assetto istituzionale e dall’assetto delle risorse, ovvero dei LEP. In definitiva, farei fronte comune, sfruttando anche queste elezioni Regionali per cercare di ottenere il massimo rispetto istituzionale e la massima dignità a livello regionale, pretendendo ai candidati l’impegno per esempio di una giunta regionale alternata tra i due capoluoghi, avendo una sede della Regione anche a Matera, pretendendo la massima tutela della sanità materana, del Campus e dei Dipartimenti universitari materani, un’attenzione spasmodica per le trafficatissime e malridotte strade provinciali, che collegano Matera con le aree interne e con il capoluogo regionale”.

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