Respinta con sei insufficienze, il Tar la promuove. “Bocciare non è una regola”

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 Ben sei insufficienze, ma nessuna bocciatura. A deciderlo per una studentessa di una scuola media di Tivoli, in provincia di Roma, è stata una sentenza del Tar.

Secondo i giudici, la mancata ammissione non deve essere un provvedimento afflittivo, ma educativo. Oltre a dover essere “un’eccezione” mentre la regola deve essere la promozione, in linea con un orientamento del Consiglio di Stato per la scuola media.

Protagonista della vicenda, riporta Il Messaggero, una ragazza che ha frequentato la prima media all’istituto Comprensivo Statale Tivoli V, e che ha riportato insufficienze in sei materie (geografia, francese, matematica, scienze, inglese e musica), di cui una grave.

Gli insegnanti avevano deliberato all’unanimità la bocciatura, ma i genitori della ragazza hanno presentato ricorso al Tar chiedendo l’annullamento del provvedimento. E il giudice ha dato loro ragione.

Dai documenti relativi alla bocciatura messi a punto dai docenti emerge che “nel corso dell’anno la ragazza ha avuto una frequenza regolare” a scuola e il comportamento è stato “buono”.

L’impegno tuttavia si è rivelato “scarso e inadeguato, sia nell’esecuzione dei compiti che nello studio”.

Secondo il Tar i professori, però, non avrebbero considerato il percorso della studentessa dall’inizio alla fine: “L’alunna, dal primo mese di scuola fino al termine delle lezioni, ha visto incrementare le proprie conoscenze e migliorare i propri voti”, scrivono i giudici nella sentenza. E la scuola – sempre secondo il Tribunale amministrativo – ha anche le sue responsabilità per non aver messo a disposizione “sistemi di ausilio e di supporto per il recupero”

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