Russia, muore il quarto dirigente di Lukoil in due anni. “È il mestiere più pericoloso di Russia”

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MOSCA – Il colosso petrolifero Lukoil perde il suo quarto dirigente in due anni: il vicepresidente Vitalij Robertus morto improvvisamente a 53 anni, di cui 30 passati nell’azienda. E persino un giornale russo prudente come “Novye Izvestija” commenta: “La professione di top manager in Russia non è più soltanto la più pagata, ma anche la più mortale”. Di presunte morti sospette di dirigenti di aziende statali russe, da quando è iniziata la cosiddetta “Operazione militare speciale” in Ucraina, ne sono state infatti segnalate almeno 18.

In molti casi, andando a scavare, si arrivava alla conclusione che non ci fosse nulla di sospetto e che il presunto dirigente era in fondo all’organigramma. Anche stavolta la spiegazione potrebbe essere tutt’altro che oscura. Secondo alcune fonti, Robertus sarebbe morto in seguito all’attacco di un drone ucraino contro la raffineria Norsi di proprietà di Lukoil a Nizhnij Novgorod.

Il canale Telegram Brief, invece, riferisce che i medici del club di aeromodellismo dinamico di cui Robertus era appassionato gli avevano negato ben due volte il permesso di pilotare a distanza il suo velivolo perché avevano rilevato un’aritmia cardiaca. Robertus, inoltre, saltava spesso le lezioni per motivi di salute. I suoi compagni di club danno, perciò, per scontata una morte naturale. Non ci sono tuttavia conferme ufficiali.

Mancanza di trasparenza

La mancanza di trasparenza solleva interrogativi e alimenta speculazioni come quella del canale Telegram Vchk-Ogpu che sostiene senza prove che Robertus si sia impiccato sul posto di lavoro.

I dubbi restano perché, come osserva la stampa, “resta il fatto che in due anni alla Lukoil sono morti quattro top manager”. Il primo a morire, nel maggio 2022, fu l’ex vicepresidente dell’azienda, Aleksandr Subbotin. Anche allora non ci fu alcuna spiegazione ufficiale, ma il canale “Mash” riferì che Subbotin era morto durante una sessione con uno sciamano che aveva provato a curarlo dall’alcolismo con veleno di rospo.

Il primo settembre dello stesso anno il capo del consiglio di amministrazione, Ravil Maganov, 67 anni, morì dopo essere caduto da una finestra al sesto piano dell’Ospedale clinico centrale, anche detto “Ospedale del Cremlino” perché riservato alla nomenklatura. Il suo sostituito, Vladimir Nekrasov, morì nell’ottobre 2023 a causa di un’insufficienza cardiaca. Ora l’annuncio della morte di Robertus, il più giovane dei quattro.

Le quattro morti sollevano dubbi perché, nel marzo 2022, subito dopo l’inizio dell’offensiva russa in Ucraina, Lukoil era stata una delle poche aziende russe ad aver invocato una “cessazione immediata del conflitto armato”. Il mese dopo Vagit Alekperov, l’ex viceministro sovietico del petrolio e cofondatore di Lukoil, era stato costretto a dimettersi dopo essere stato colpito dalle sanzioni britanniche.

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