Sandra Milo, la donna che stregò Fellini: “Federico, il mio amore assoluto”

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Quando parlava di lui, le si affievoliva ancora la voce per l’emozione. “Era l’amore assoluto della mia vita, il nostro è stato un rapporto immenso e puro”, sospirava. Per Sandra Milo, scomparsa oggi a 90 anni, il rapporto con Federico Fellini è stato dei legami più forti, una grande passione fisica, ma anche un legame spirituale. Che l’attrice aveva continuato a celebrare nei decenni, fino a scrivere un libro “Caro Federico”, in cui raccontava – era il 1982 – la storia tra Fellini e un’attrice che aveva chiari riferimento autobiografici. Dal libro anni dopo ne aveva tratto una commedia, rimasta nel cassetto e poi trasformata in uno spettacolo teatrale.

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Per lei fu amore a prima vista, quando Ennio Flaiano li presentò, erano a Fregene e lui l’aveva conquistata con il suo sorriso infantile. Lui la chiamava “Sandrocchia”, ma l’attrazione tra loro era fortissima. Il rapporto clandestino era iniziato durante le riprese di Otto e 1/2 ed era durato 17 anni. Due i film insieme, e Giulietta degli spiriti. “Federico – raccontava a Repubblica l’attrice scomparsa – era il genio assoluto che seduceva tutti per come parlava, aveva una luce dentro che illuminava. La sua dolcezza e la durezza, l’amore per rappresentare quel che lui sentiva, per raccontare la gente. Col tempo ho capito che non è vero che era indifferente agli altri. In realtà era un uomo che amava gli esseri umani, si capisce da come li metteva in scena, per la tenerezza che ha sempre avuto verso le debolezze e i difetti. Era fantastico”.

Sandra Milo: “Amavo Fellini, da Mastroianni ero attratta solo spiritualmente. Ricordo quella sua strana richiesta sul set di 8 1/2. Mi viene ancora da ridere…”

Esilarante racconto del suo arrivo sul set di 8 e 1/2: “Fellini faceva i provini in tutto il mondo, cercava il personaggio di Carla, che voleva incarnasse l’amante tipica o un sogno degli italiani. Io avevo rinunciato al cinema dopo aver fatto un film che era stato accolto male dalla critica. Mi chiamò e rifiutai. Venne in casa con la troupe , e la cameriera mi venne a svegliare. In salotto mi infilano una redingote, mi fanno il provino”, Fellini le chiede se ha una chitarra, lei risponde che ha una gatta di peluche. La prende e se la mette sotto il braccio. Il provino è una conversazione, la troupe sparisce e dopo pochi giorni si scopre che l’hanno scelta. Sul set il primo giorno, l’incontro e la nascita dell’amicizia con Marcello Mastroianni che l’accoglie come se quella fosse la sua famiglia.

Sul set “Federico era un regista che sapeva incantare e incantarmi. Coglievo al volo le sue indicazioni, sapeva dirigere con grande facilità. Riusciva a tirare fuori la parte migliore di ciascuno, talenti che nemmeno si sapeva di possedere. Tutti volevano lavorare con lui”. Il ruolo in 8 e 1/2 l’aveva resa per sempre Carla, l’amante degli italiani . Non è un mistero che Fellini l’avrebbe voluta nel 1973 nel ruolo della Gradisca, ma l’attrice dovette rinunciare perché impegnata in una battaglia per l’affidamento dei figli con l’ex marito.

Ci aveva confidato, Sandra Milo, il momento più struggente che conservava nel cuore era all’insegna della passione. “Ci siamo divertiti molto insieme, ma la cosa più emozionante che io ricordi è quando ci incontravamo. Aveva il suo appartamento al secondo piano in via Sistina, io non riuscivo mai a prendere l’ascensore perché avevo una tale agitazione… E dovevo fare le scale di corsa e arrivavo su, e la porta era aperta e lui era dietro la porta e ci abbracciavamo, e a tutti e due tremavano le ginocchia, un’emozione pazzesca, da svenire, un reggersi l’una all’altro. E’ stato il più grande, rappresenta qualunque forma di bellezza che possa esistere sulla terra e oltre. Questo il ricordo più bello che ho di lui”.

Negli anni Sandra Milo ha detto di sentire Fellini vicino a sé soprattutto, nei momenti di tristezza e di dormire con la sua foto. Se lei lo aveva amato subito, per lui era stata a lungo solo una attrazione fisica. Finché – ricordava l’attrice, mi disse che era pronto a lasciare Giulietta Masina per passare la vita con me. Ma lei non accettò per paura di “sciupare un amore così idealizzato nelle pieghe della quotidianità”.

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