Scontrini, bollette e multe: ecco per quanto conservare le ricevute cartacee

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MILANO – Buttare o conservare? È il dilemma che affligge molti davanti a vecchie ricevute, scontrini, multe già pagate. L’Unione Nazionale Consumatori ha realizzato una guida che mette in fila i principali documenti e le relative scadenze entro le quali può essere utile conservare le copie cartacee.

  • Bollette ordinarie di luce, gas e acqua: devono essere conservate per 5 anni dalla scadenza (anche se la prescrizione è ridotta a 2 anni)
  • Rata del mutuo: le ricevute di pagamento vanno conservate per almeno 5 anni dalla scadenza della rata di riferimento. Stesso tempo di conservazione anche per la documentazione che attesti che si è beneficiari di altri tipi di detrazioni, deduzioni o di un qualsiasi altro sgravio fiscale.
  • Multa: si devono conservare per 5 anni le prove del pagamento; stessa durata anche in caso di vittoria dopo aver fatto ricorso per contestare la sanzione.
  • Scontrini: meglio conservarli per almeno 2 anni così da far valere la garanzia; 5 anni anche per gli scontrini che riguardano farmaci detratti dalla dichiarazione dei redditi.

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  • Bollo auto: entro 3 anni la Regione può contestare la mancata effettuazione del pagamento. Tale scadenza va conteggiata a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui si è effettuato il versamento.
  • Modello Unico e 730: il fisco effettua controlli sulle dichiarazioni dei redditi dei cittadini fino a un tempo massimo di 7 anni. Pertanto, per evitare seccature la cosa migliore è conservare questa documentazione per almeno 8 anni. Il conteggio su questo tempo deve essere avviato a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di imposta.

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  • Imposte locali: la documentazione riguardante il pagamento si dovrà conservare per almeno 5 anni.
  • Cartelle esattoriali: le ricevute di pagamento di cartelle riguardanti Irpef, Iva o Irap devono essere conservate per almeno 10 anni.

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