Studentesse, ingegnere e showgirl: chi tenta di arricchirsi su Onlyfans

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ROMA — In bella mostra tra le bio di Instagram o nascosti in mezzo ad altri link tra i propri profili social, i rimandi ai canali Onlyfans — e ai contenuti in vendita — sono sempre più facili da trovare. È indifferente che si tratti di influencer, modelle, showgirl televisive o studentesse: la promessa di monetizzare sui contenuti sessualmente più o meno espliciti attira (e spesso illude) tutte quante e crea un mercato che vale nel mondo oltre 5,6 miliardi di transazioni all’anno. Se le due bolognesi indagate dalla Guardia di finanza per evasione, Giulia Ottorini ed Eleonora Bertoli, erano sconosciute al fisco, non lo erano di certo ai loro milioni di followers. Non sono le uniche. Perché migliaia di ragazze in tutta Italia hanno ormai scoperto di poter guadagnare attraverso l’immagine del proprio corpo, o la fantasia dello stesso, facilmente e senza rischi.

L’offerta dei 3,2 milioni di content creator internazionali su Onlyfans è varia e non mancano i consigli sul fitness o le ricette per preparare torte vegane senza uova, ma non è un caso se il 98% dei contenuti sia destinato a un pubblico adulto. Il motivo è la quasi totale assenza di censura, che durante la pandemia, quattro anni dopo la creazione del sito, ha spinto migliaia di sex worker in lockdown a migrare dagli incontri dal vivo alla piattaforma, decretandone la fortuna: da appena 100mila, gli iscritti salirono a un milione. Per questo motivo gli stessi utenti, anni dopo, non apprezzarono i tentativi di Onlyfans di bandire i contenuti sessuali per ripulirsi l’immagine e costrinsero l’azienda britannica a un dietrofront.

Non ci sono al momento dati sui content creator solo italiani di Onlyfans. Ma in tutta Italia, secondo le stime di I-Com, per tutte le piattaforme ci sono oltre 350 mila creatori di contenuti digitali, con un potenziale giro d’affari di 2,55 miliardi di euro e compensi in crescita. Se si guarda solo agli influencer, il giro d’affari invece, stima Assoinfluencer, organizzazione sindacale che fa capo a Confcommercio, supera i 400 milioni. Ed è in crescita costante: gli investimenti dei brand per attivare collaborazioni con influencer sono cresciuti del 4% nel 2021 sul 2020 e del 5% nel 2022. Secondo, Aidc, un’altra delle associazioni sindacali nate recentemente per rappresentare creatori di contenuti digitali, il 76% della popolazione italiana segue almeno un influencer, 21 milioni di italiani almeno tre e sette arrivano a oltre dieci.

Ma a differenza delle altre piattaforme, i contenuti espliciti su Onlyfans sono a distanza di un clic. E di una carta di credito. Basta registrare un account, impostare il proprio metodo di pagamento e accedere ai contenuti esclusivi dei creator preferiti dietro il pagamento di un abbonamento, che va da un minimo di 5 a un massimo di 50 dollari al mese, su cui Onlyfans trattiene una commissione del 20%. Esistono poi anche gli “extra”, i contenuti personalizzati per cui di solito ci si accorda tramite chat privata e che possono consistere un po’ in qualunque cosa, come un vocale in cui il nome dell’utente pagante viene pronunciato mentre si fa dirty talk (letteralmente “parlare sporco”). «Ho linkato la mia Amazon Wishlist: se mi compri qualcosa riceverai uno speciale video hot gratis». assicura Alexis Mucci, 35enne di Pescara, ingegnera aerospaziale e poi camgirl. L’abbonamento mensile al suo profilo su Onlyfans costa 35 dollari e la modella ha dichiarato di arrivare a percepire tra i 30mila ai 120mila euro al mese. E così il numero di creator continua ad aumentare di anno in anno, affascinate da un lifestyle che le più navigate frequentatrici di Onlyfans assicurano essere a uno schiocco di dita. Come Martina Vismara, sette milioni di follower su Instagram, che per difendere quello che per lei è un vero e proprio lavoro aveva mostrato su Instagram le decine di bonifici da 20mila euro ricevute in un mese: «Non faccio del male a nessuno e pago veramente tante tasse», diceva in diretta sul social. Non è così per tutte, evidentemente, visto che i guadagni sono spesso poco tracciabili. La stessa Giulia Ottorini diceva un anno fa: «Ho speso 30mila euro dall’1 al 4 marzo» in un video di pochi secondi. Mady Gio, nome d’arte di Madalina Ioana Filip, dopo aver vissuto a Busto Arsizio è da qualche anno residente in Svizzera dove sfoggia un profitto di oltre un milione l’anno.

In un mercato già saturo, però, non tutte percepiscono queste cifre. La piattaforma richiede un impegno costante di fidelizzazione della clientela attraverso contenuti e scambi di messaggi, tanto che intorno a Onlyfans è ormai nato un sistema di agenzie di marketing che gestiscono persino le chat con i fan. Ma, soprattutto, serve un seguito notevole altrove, magari attraverso gli altri social. Così solo l’1% riesce a guadagnare milioni ogni anno e accaparrarsi il 33% dei ricavi complessivi della piattaforma. Per tutte le altre, la media è di 151 dollari al mese. Una sperequazione che si ripete per tutte le altre piattaforme: l’ultimo rapporto di DeRev stima che si arrivi a picchi di 80 mila euro per contenuto. Ma su Facebook bisogna avere almeno 50 mila follower per aspirare a un compenso minimo di 100 euro, mentre su TikTok si arriva a circa 650 euro per post se si hanno tra i 10 mila e i 50 mila follower. Compensi bassi. È per questo che le associazioni di categoria hanno intrapreso una lotta per l’equo compenso, e per ottenere welfare e tutele previdenziali.

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