Svelato il mistero dello scheletro dell’Appia Antica: era uno dei ‘familiares’ di papa Bonifacio VIII

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La scoperta? Inaspettata. Gli indizi? Tantissimi. Le domande? Ancora di più. Lo aveva definito «un puzzle con tanti tasselli da verificare» Stefano Roascio, funzionario archeologo del parco dell’Appia antica, ma oggi il mistero dello scheletro ritrovato il 6 novembre fuori dalla chiesa di San Nicola, sembra essere risolto: il corpo del 15enne, sarebbe un “familiares” di Papa Bonifacio VIII.

L’ultimo enigma dell’Appia Antica: trovato uno scheletro a pochi passi dal mausoleo di Cecilia Metella. L’archeologo: “È come un puzzle con tanti tasselli da verificare”

Nel Parco dell’Appia Antica, a pochi passi dal Mausoleo di Cecilia Metella, era stato trovato un corpo durante i lavori per il rifacimento della pavimentazione, «nello specifico mentre facevamo l’illuminazione fuori dalla chiesa. Non avremmo dovuto nemmeno scavare lì».

Due le peculiarità che avevano fatto incuriosire gli archeologi: il ritrovamento vicino allo scheletro di due fibbie in metallo di forma circolare e la conformazione della tomba, legata a un muro precedente alla chiesa, che però non era stato alterato, come se si volesse rispettare proprio quella sepoltura.

La verità sulle fibbie

«La cintura a doppia fibbia è una tipologia molto rara per l’epoca rispetto alle cinture normali, questo fa pensare che lo status del defunto fosse più elevato» spiega Roascio.

Oltre al ritrovamento alla chiesa di san Nicola, sepolture del genere sono attestate anche nella chiesa di san Lorenzo di Signa (FI) ed Alghero, nella fase di dominazione pisana.

Ed è proprio Pisa il tassello mancante per il puzzle dello scheletro. «Lo studio accurato della tipologia delle fibbie ha permesso di attribuirle a una produzione molto importante di Pisa, di cui sono noti gli stampi, che appaiono perfettamente compatibili con gli oggetti ritrovati nello scavo». Questa produzione è finanziata anche dalla famiglia Gaetani di Pisa, una famiglia illustre che ha dato consoli e vescovi, dedita ai commerci e alla finanza.

«Proprio questi Gaetani di Pisa intrattengono rapporti con Benedetto Caetani, ancora prima di diventare papa Bonifacio VIII e addirittura ne finanziano l’ascesa, sia quando è cardinale, sia dopo, da papa, quando fondano una vera e propria banca, la societas benedica per finanziare Bonifacio».

Fin qui tutto chiaro: la produzione della cintura è pisana, e chi produceva questi stampi aveva rapporti con la famiglia Caetani, da cui viene papa Bonifacio VIII. E il morto?

Chi era lo scheletro nella chiesa di San Nicola

«È plausibile pensare che il morto appartenga a questa nobile famiglia pisana, i cui esponenti sono nominati “familiares” dal papa. È sicuro che i Gaetani di Pisa siano già a Roma negli ultimi 10/15 anni del Duecento, quindi prima della fondazione del Castrum Caetani e della chiesa di San Nicola».

Questo fa risolvere anche la seconda peculiarità della sepoltura. La chiesa, infatti, sembra rispettare questa tomba e addirittura ne ingloba nella facciata i muri che racchiudono la tomba stessa.

«Probabilmente la fondazione, voluta da papa Bonifacio sull’Appia, si situa in un luogo dove si erano già da diversi anni stanziati i Gaetani, suoi potenti sostenitori, e ciò spiega anche perché la chiesa del papa abbia rispettato e inglobato in facciata la tomba precedente».

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