Trevignano Romano, la veggente dopo la scomunica perde anche la Madonna. L’adepto pentito si porta via la statua

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Prima la “scomunica” della Diocesi. Ora anche la Statua della Madonna che se ne va via. Tempi amari per Gisella Cardia, l’ex veggente di Trevignano Romano, che vede sgretolarsi giorno dopo giorno il suo regno terreno.

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A prendersi la sua rivincita ancora una volta è stato il grande accusatore, l’ex adepto Luigi Avella che, oltre ad aver versato 123mila euro per la causa della Madonna di Trevignano, aveva anche donato l’imponente statua che era stata piazzata sul luogo di preghiera, la collina di Campo Le Rose, dove ogni tre del mese si riuniscono i fedeli dell’ormai ex veggente. “Sono riuscito a riprenderla, ora vorrei che fosse messa nella chiesa di Trevignano, ma la decisione spetta al vescovo”.

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La statua era diventata un vero e proprio caso la scorsa estate. Dopo la rimozione degli abusi edilizi nel terreno di proprietà dei coniugi Cardia, la statua, che si trovava in una teca di vetro, era stata portata via, messa in un magazzino e sostituita con un’altra scultura che potesse resistere alle intemperie del tempo. Avella, che nel frattempo aveva denunciato la coppia, sentendosi raggirato, per mesi aveva chiesto di rientrare in possesso della riproduzione mariana. Una statua alta oltre un metro e ottanta centimetri, dal valore di 4mila euro circa, a cui l’uomo era molto affezionato. L’opera, che inizialmente si trovava in una cappella, era stata donata alla veggente, che poi l’aveva posizionata nel terreno di preghiera, facendola diventare uno dei simboli del culto della Madonna di Trevignano.

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Nel frattempo però la storia è cambiata. Avella si è allontanato dalla veggente, capace a suo dire di moltiplicare gli gnocchi e la pizza. Poi è arrivata la “scomunica” della chiesa nei confronti di Gisella Cardia. I miracoli della donna, che sosteneva di moltiplicare gli gnocchi e la pizza e di far lacrimare le statuette in suo possesso, sono stati giudicati non soprannaturali dalla Diocesi di Civita Castellana, al termine di un’indagine durata quasi un anno, che si è chiusa con un verdetto netto: “Constat de non supernaturalitate”.

Per questo Avella, dopo la diffusione del provvedimento che metteva una parola finale sui presunti poteri dell’ormai ex veggente a cui aveva creduto, è tornato alla carica, chiedendo di riavere la sua statua. La consegna è avvenuta pochi giorni fa, quando l’ex funzionario del ministero del tesoro, accompagnato dai carabinieri, ha potuto prendere nuovamente possesso dell’opera. “Sono felicissimo. Ora la statua è stata affidata all’avvocato Laura Serao, che l’ha messa in un posto sicuro e blindato”, afferma Avella, che dopo aver posizionato l’opera nell’automobile, visibilmente emozionato si è chinato per baciarla sulla fronte. Il sogno dell’ex Adepto che è possa andare ad abbellire la chiesa di Trevignano Romano. A decidere, sarà il vescovo Marco Salvi.

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