Brancaccio, ‘sul ponte Stretto il 92% dei fondi per l’edilizia’

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Nel settore delle costruzioni in Italia “noi non vediamo una politica industriale con una visione a medio e lungo termine. Nella legge di bilancio, di tutte le risorse appostate fino al 2037, il 92% è assorbito dal ponte sullo Stretto. Noi non possiamo che essere d’accordo su un’infrastruttura così importante, che unisce il continente alla Sicilia. Ma finito il Pnrr, qual è la politica di settore, quale mercato ci aspetta?”. Lo ha detto la presidente di Ance, l’associazione dei costruttori edili, Federica Brancaccio, a margine della presentazione a Roma dell’Osservatorio congiunturale 2024.
    “Ci si domanda perché le imprese non si aggregano, non crescono, non investono – ha proseguito Brancaccio -. E’ molto difficile per una piccola impresa investire senza avere una prospettiva. Oggi come oggi, vediamo che il 50% del mercato è fuori concorrenza, è in affidamenti senza gara, o a concessionari o sotto i 5 milioni di euro. Oggi questo problema lo avvertiamo poco, perché c’è un mercato ricco. Ma finito il Pnrr, il 50% residuo quanto renderà asfittico il mercato?”.
    “La crescita (delle dimensioni aziendali, n.d.r.) la vogliamo, ma le piccole imprese hanno una flessibilità che consente loro di resistere quando c’è la recessione – ha concluso la presidente -. Le imprese medie sono quelle che soffrono di più. Se ti sei strutturato, hai costi insostenibili e incomprimibili”.
   

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