Saras, ‘transizione con Vitol nel segno della continuità’

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Una transizione dolce nel segno della continuità e con alcuni punti fermi: la sede legale della Saras rimarrà a Milano e il cuore a Sarroch, con il management locale e un certo grado di autonomia integrata nel nuovo modello di business.
    In sintesi è questa la presentazione del passaggio del 35% delle quote di Saras dalla famiglia Moratti a Vitol, fatta ai sindacati in una riunione tra Massimo Moratti e il figlio Giovanni, il Ceo di Vitol Russel Hardy e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Un faccia a faccia di un’ora che ha avuto anche alcuni momenti carichi di emozione per i Moratti e i sindacati per la fine di un’epoca: dopo 62 anni i fondatori della raffineria tra le più grandi d’Europe lasciano alla multinazionale olandese, colosso dell’estrazione, lavorazione e commercializzazione del petrolio e dei suoi derivati.
    Una transizione che avrà tempi tecnici già definiti: tra Golden power e la relativa autorizzazione per la cessione delle quote della società, l’ingresso della multinazionale dovrebbe esserci non prima di settembre.
    “E’ stato un incontro molto cordiale nel quale abbiamo salutato il presidente e abbiamo conosciuto la nuova azienda – osserva Stefano Fais, segretario organizzativo Filctem Cgil e rsu Saras – ci hanno detto che le cose non cambieranno tantissimo e noi siamo cautamente ottimisti ma attendiamo la prova dei fatti. E capiscono le nostre preoccupazioni” “Chi lascia ci ha spiegato che questa operazione serve per continuare a dare nuove opportunità di crescita a questa azienda, mentre chi subentra ha parlato, per quanto abbiamo sentito, di un ingresso in punta di piedi e un approccio funzionale alla produzione di Vitol”,aggiunge Marco Nappi segretario regionale Femca Cisl.
    Per Carla Meloni, delegata per Saras dalla segreteria regionale Uiltec, la parola d’ordine è “continuità. E’ quello che ci hanno prospettato e noi saremo qui a continuare a vigilare che questo avvenga. Siamo moderatamente fiduciosi ma non abdicheremo di certo il nostro ruolo sindacale. Il Ceo ci ha anche spiegato che le loro aziende godono di una sorta di gestione indipendente”.
   

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