A Pavia scelte solo donne come netturbine: “Sono più attente”. E’ polemica: “Iniziativa imbarazzante e sessista”

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Dalla prossima settimana la pulizia del centro storico di Pavia sarà affidata esclusivamente a netturbine donne: l’iniziativa “Il decoro si veste di rosa”, che sta già facendo molto discutere, è promossa da Asm Pavia, la società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti e del mantenimento del decoro urbano in città. In sostanza, il progetto prevede la suddivisione del centro in quattro quadranti, ognuno assegnato a una delle operatrici donne in servizio presso l’area decoro urbano, “con l’obiettivo di valorizzare l’attenzione e la sensibilità posta dalle operatrici nello svolgimento delle proprie mansioni” come spiegano dall’azienda.

“Mettere le donne al centro ha per noi un rilevante significato – dichiara il presidente di Asm Pavia, Manuel Elleboro – perché riteniamo che le pari opportunità non debbano essere perseguite come mera scelta di facciata, ma debbano rappresentare una scelta di merito tangibile nei fatti, anche in mansioni tradizionalmente maschili”. Presentata in piazza della Vittoria con le operatrici di Asm schierate accanto ai loro mezzi e circondate da palloncini rosa, l’iniziativa ha però suscitato aspre critiche: “L’amministrazione ci riporta direttamente agli anni Quaranta – commenta sconsolata Alice Moggi, consigliera comunale di opposizione nelle fila di Pavia a Colori – Il prossimo passo sarà che le segretarie stireranno le camicie dei loro assessori e le consigliere potranno intervenire solo dopo aver finito di spolverare i banchi del Consiglio comunale”.

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Secondo Moggi, l’idea di affidare il decoro urbano del centro cittadino alle sole donne è “imbarazzante sotto due punti di vista: innanzi tutto ritengo che una comunicazione del genere sia mortificante per le donne, in primis per le stesse operatrici di Asm, considerate “più sensibili e attente alle pulizie” dei colleghi uomini perché evidentemente secondo i promotori dell’iniziativa sono già abituate a tenere in ordine le loro case”. E poi c’è un altro aspetto da considerare: “Se le operatrici più brave vengono riservate al ‘salotto buono’ di Pavia, alla ‘vetrina’ della città, dobbiamo dedurre che le periferie possono rimanere sporche, senza che nessuno se ne preoccupi?”.

Accuse respinte al mittente dal presidente Elleboro, che difende una scelta “inclusiva e fatta per ridurre il gap di genere nella nostra azienda. In Asm abbiamo 240 addetti, tra cui 26 donne. Appena quattro di loro sono addette alle attività di decoro, che pur essendo pesanti richiedono standard qualitativi molto elevati. Vogliamo che invece le operatrici siano sempre più coinvolte in tutte le attività dell’azienda. Non a caso, qualche settimana fa la direzione della divisione Decoro urbano è stata affidata a una donna, Laura Ostè”. E per quanto riguarda le periferie, “non saranno in alcun modo penalizzate, perché ovviamente lì proseguirà il consueto servizio – prosegue Elleboro – Semplicemente abbiamo voluto accostare la sensibilità femminile alle bellezze storiche e culturali di Pavia”. Sulla stessa lunghezza d’onda Elisabetta Fedegari, componente del consiglio d’amministrazione di Asm Pavia, la quale ritiene che “con questo progetto mettiamo le donne al centro, sia della città sia della qualità del servizio. Abbiamo pensato di conciliare la sensibilità e la dedizione delle nostre operatrici con la cura del decoro della parte più bella della città”. Dal canto suo, Alice Moggi fa però notare che “Fedegari è candidata alle elezioni regionali per Fratelli d’Italia e il tempismo del lancio di questa iniziativa giusto una settimana prima del voto dà da pensare”.

Una polemica che la diretta interessata liquida come “sterile e inutile – replica Elisabetta Fedegari – Posso garantire a chi ha criticato l’iniziativa che tutte le nostre operatrici sono state entusiaste di prendervi parte. Non ci hanno visto nessun elemento di sottomissione, anzi sono orgogliose di mostrarsi mentre svolgono un lavoro considerato prettamente maschile, che loro però hanno voluto e scelto e in cui sono molto brave”. Infine, secondo i promotori del progetto, “c’è anche una componente di educazione civica – conclude Fedegari – Abbiamo notato che i gruppi di ragazzi che purtroppo spesso sporcano il centro storico interagiscono più facilmente con le donne. Se un netturbino uomo li invita a raccogliere un mozzicone, per esempio, tendono a rispondere con una certa arroganza. Quando lo fa una donna, di solito la ascoltano e chiedono scusa”.

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