“Alfredo Zenucchi ha tagliato la vena del polso alla moglie Rossella Cominotti”, l’autopsia non contraddice l’assassino

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Non il taglio alla gola, ma al polso della mano destra. Rossella Cominotti è morta dissanguata dopo che il marito Alfredo Zenucchi le ha tagliato le vene. Come del resto aveva detto lo stesso assassino alla pm Elisa Loris e al giudice per le indagini preliminari che ha confermato il suo arresto. Questo quanto filtra dall’autopsia eseguita oggi a Spezia, all’obitorio dell’ospedale Sant’Andrea.

Non sono emersi, insomma, elementi che almeno per ora possano far pensare a uno scenario diverso da quello raccontato dall’uomo: «Dovevamo ucciderci insieme, ma io non ce l’ho fatta». Non ci sono, in particolare, segni che la donna si sia difesa da un’aggressione, o in generale elementi che contraddicano quanto detto da Zenucchi. Il taglio alla gola, dunque, è stato ritenuto superficiale, e non decisivo per la morte della donna.

Restano comunque da compiersi gli esami tossicologici, che diranno se Rossella si è drogata o è stata drogata prima di morire. Nella stanza dell’Antica Locanda Luigina, a Mattarana, in val di Vara, i carabinieri diretti dal maggiore Marco Di Iesu hanno trovato siringhe nuove e usate e tracce di eroina, che l’uomo – difeso dall’avvocato Alberto Rimmaudo – ancora consumava dopo un lungo periodo di dipendenza. In più, verranno fatti accertamenti anche sulle ferite che l’uomo ha sul collo e le braccia.

Intanto la Procura ha disposto verifiche economiche sui conti della coppia, mentre deve ancora essere disposta la perizia calligrafica sul biglietto di addio trovato nella stanza, sottoscritto dai dei coniugi il 28 novembre e in cui la moglie avrebbe scritto: «La Nostra volontà: per rispetto delle persone che ci vogliono bene vorremmo che il nostro gesto venga divulgato come un incidente (monossido di carbonio), che non vengano divulgati i motivi e che venga effettuata la cremazione senza rito religioso».

E ancora: «Tutto ciò che si può donare venga dato alle associazioni che si occupano di beneficenza. Grazie».

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