Era destinata a rappresentare l’Ucraina alle Olimpiadi. Aveva 14 anni Alina Peregudova e, dopo aver vinto diverse medaglie d’oro ai campionati nazionali di sollevamento pesi, era candidata a entrare nella squadra nazionale e rappresentare il suo paese ai massimi livelli sportivi. Peregudova è stata uccisa insieme alla madre in un bombardamento russo a Mariupol.
“E’ arrivata la ‘pace russa’ che le ha cancellato questo suo destino – ha annunciato il consiglio comunale di Mariupol su Telegram annunciando la scomparsa della ragazza – la promettente sportiva della regione di Donetsk è morta sotto le bombe dei nemici”.
Il ministero della Cultura e dello Sport dell’Ucraina ha dichiarato in una nota che “è difficile trovare le parole per esprimere le mie più sentite condoglianze a tutti coloro che l’hanno conosciuta. Mariupol e il mondo non dimenticheranno mai il crimine della Russia contro l’umanità. Non nasconderemo e giustificheremo. Quelli che sono venuti da noi portando la guerra saranno puniti”.
Lo scorso 23 marzo, sempre a Mariupol, era morta la ginnasta 11enne Katya Dyachenk, uccisa dai missili russi che avevano colpito e raso al suolo la sua abitazione. La notizia della morte di Katya era stata diffusa dalla sua allenatrice, Anastasia Meshchanenkova, con un post su Instagram e una foto che le ritraeva insieme.
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