Antimafia, colonnello dei carabinieri mandava foto e video hot all’aspirante testimone

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Quando la vita di Donatella Di Rosa, lady Golpe, condannata per calunnia negli anni Novanta per aver accusato militari per un tentato golpe, precipita a causa dello sfratto e del taglio delle utenze, lei e un colonnello dei carabinieri sembrano avvicinarsi nuovamente. Di Rosa, nonostante le difficoltà, riacquista speranza nella possibilità di una riabilitazione, un barlume di luce in un periodo cupo della sua vita collegato a un sentenza di condanna che ha sempre giudicato ingiusta.

Tuttavia, la situazione prende una piega inaspettata quando l’alto ufficiale dell’Arma inizia a insistere affinché Di Rosa riprenda a deporre. Questo non solo tramite contatti verbali, ma anche attraverso messaggi frequenti in cui sostiene di aver evitato perquisizioni a causa della sua “reticenza”, sottolineando che questo sarebbe stato per il suo bene. Ma presto il tono dei messaggi cambia drasticamente, trasformandosi in richieste sessuali e immagini esplicite. Da gesti affettuosi e dolci, il colonnello passa a descrivere dettagliatamente i suoi desideri sessuali, inviando foto e video che risultano alquanto sconcertanti per Di Rosa.

In un filmato, visionato dal giornale La Verità, si vedono sfondi che suggeriscono un ambiente d’ufficio, con la foto del presidente Sergio Mattarella e faldoni contenenti documenti d’indagine. Ma ciò che segue è meglio lasciarlo velato nell’ombra. Di fronte agli inquirenti, Di Rosa anticipa la domanda: “Perché ho accettato?” La risposta rivela una profonda disperazione: 30 anni di umiliazioni, ingiustizie, incarcerazioni e malattie hanno reso il miraggio della riabilitazione irresistibile, tanto da far accettare qualsiasi cosa .Nonostante ciò, emerge che c’è un limite. Di Rosa racconta di aver invitato il colonnello a cena solo una volta, quando era presente anche suo figlio cinquantenne, e la serata trascorse in un clima sereno, lontano dalle insinuazioni e dalle richieste inappropriate del colonnello. Tuttavia, le pressioni del colonnello continuano ad aumentare.

Oltre ai messaggi sempre più espliciti, inizia a proporre incontri presso la sua abitazione. Una cena a casa sua si trasforma in un invito a un evento più intimo, con il colonnello che si offre di spogliarsi appena arrivati. Di Rosa respinge fermamente questa proposta, così come un invito successivo per una cena romantica lungo il fiume e un weekend in una località che avrebbe dovuto essere una sorpresa. La situazione diventa sempre più allarmante quando il colonnello si rivela determinato a proteggere Di Rosa solo a condizione che lei collabori. Le offre un rifugio sicuro solo se accetta di parlare con i magistrati della commissione Antimafia, e solo se il colonnello stesso può interrogarla.

In uno stato di spaesamento e paura, Di Rosa si ritrova a fare i conti con una scelta impossibile. Sentendosi minacciata e coartata, il colonnello la spinge a rilasciare un’intervista a un programma televisivo, sostenendo che questo sarebbe stato il modo migliore per far ascoltare la sua voce. Anche se inizialmente tentata, Di Rosa alla fine decide di non andare in TV.

Tuttavia, la pressione del colonnello non diminuisce. Propone un’intervista con una giornalista dell’Espresso, cercando ancora una volta di influenzare la narrazione e manipolare la situazione a suo vantaggio. In uno stato di confusione e paura, Di Rosa si ritrova a navigare in un mare di minacce e coercizioni, cercando disperatamente una via d’uscita.La situazione raggiunge un punto critico quando il figlio di Di Rosa scopre i messaggi del colonnello e si rende conto dell’estensione del suo comportamento inappropriato. È chiaro che il colonnello ha abusato del suo potere e della sua autorità, manipolando e minacciando Di Rosa per i suoi scopi personali. Di fronte a questa rivelazione scioccante, Di Rosa decide di denunciare il colonnello, cercando giustizia e redenzione per gli abusi subiti.

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