Australian Open, Sinner batte Djokovic: prima storica finale per un tennista italiano

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Era oggi. Quel giorno tanto atteso, quello che ogni vero appassionato di tennis italiano aspettava da una vita, sperando di poterlo vedere: essere testimone del trionfo di un tennista azzurro sul numero uno del mondo, dominato in una partita del Grande Slam. Protagonista di una grande prestazione di tennis, in mondovisione. “Sono felice, è stato un match molto duro”.

È accaduto. È tutto vero. Jannik Sinner ha prima strapazzato per due set (ed è un diminutivo) Novak Djokovic, e concluso poi il lavoro al quarto set: 6-1, 6-2, 6-7 (6), 6-3 dopo tre ore e ventidue minuti di gioco. Il numero uno del mondo. Il re degli Slam. Il campione dell’Australia.

La vittoria di Sinner lo proietta nella finale del Major di Melbourne, ed è la prima volta per un italiano. C’era chi pensava di svegliarsi comodamente, prendere il caffè gustandoselo davanti a una maratona di tennis. Beh, per una volta i calcoli sono stati, felicemente per l’Italia, sbagliati: il fenomeno ha il colore dell’azzurro, ha sbrigato la pratica alle otto e dieci: colazione consumata, tutti pronti per andare in ufficio.

Due ore di Momento Sinner. Soltanto Rafa Nadal, al Roland Garros, è riuscito a fare altrettanto contro Djokovic, a ridurlo un carneade. Ora c’è la finale, domenica mattina: il lavoro non è ancora completato.

Questo è il racconto del match.

Primo set vinto da Sinner

L’inizio fulminante è di Sinner: tiene il servizio, poi lo toglie a Djokovic e va al primo cambio campo sul 3-0 a proprio favore. Un quarto d’ora di fuoco. Il box di Djokovic è impietrito. I colpi di Sinner, pesanti, impediscono al serbo di tessere la sua trama. Non solo: le traiettorie di Sinner, paradossalmente, sono più centrale che angolate, e impediscono gli allunghi soliti a Djokovic, che ha meno forza sulla palla rispetto all’avversario. Sull’1-4 il serbo spera che passi la ‘nuttata’, cioè che questo inizio sia solo uno sfogo del ragazzo, e che presto cambi l’inerzia della partita. Ma la sua fatica è evidente, clamorosa: due doppi falli in due turni di servizio, errori gratutiti. Chiaro come il sole che il numero uno tenti strade e soluzioni diverse, ma non sa che pesci prendere, o meglio: come prendere Sinner. I punti del serbo gli arrivano solo da colpi vincenti, nel palleggio non c’è match. Subisce anche il secondo break e il primo set si chiude dopo 35 minuti di schiacciante superiorità dell’italiano: 6-1.

Secondo set vinto da Sinner

Non ci si può che attendere una reazione, uno scatto, un sussulto del leader mondiale: il serbo ora sembra più attento. Sembra applicarsi meglio, ma Sinner non sembra arretrare di un centimetro. Le geometrie solitamente funzionanti e vincenti per Djokovic oggi non lo sono, c’è un muro di fronte: Sinner gli risponde con palline a filo rete, oppure con un rimbalzo in top. Non ce n’è una uguale all’altra. Arriva anche il terzo break del match: Sinner si porta avanti 2-1, e perfino Rod Laver, in tribuna, osserva ammirato l’italiano. Oggettivamente il pubblico è sorpreso, perchè nessuno si attendeva uno sviluppo di partita di questo genere. Djokovic sembra ridotto a un comprimario, a uno sparring partner. Ivanisevic (il suo coach) non riesce nemmeno a esortarlo: sembrano tutti impotenti. Sinner tiene il servizio a zero, conduce 3-1. Djokovic stringe i denti, tiene il servizio. Ma è solo un flash episodico: al ritorno dal time-out è sempre l’italiano ad incassare: 5-2 in un’ora e sei minuti di gioco. Sul servizio dell’azzurro il serbo rompre definitivamente gli indugi e gioca a tutto braccio: spara e forza ogni colpo che tira. Ma non è sufficiente. Riesce, Djokovic, ad annullare un primo set point, ma deve cedere alla seconda possibilità. Il punteggio? Sinner 6-1, 6-2 dopo un’ora e tredici minuti. Incredibile.

Terzo set vinto da Djokovic al tie-break

E adesso? In un normale torneo il match sarebbe finito. Ma negli Slam si gioca su cinque set. Djokovic avrà la forza di rimontare? In realtà gli era riuscito in un Wimbledon, quarti di finale, nel 2022: sotto di due set, aveva poi prevalso al quinto.

Il primo game, con Djokovic al servizio, potrebbe essere un buon indicatore: un paio di scambi durissimi, lunghissimi, e stavolta è Djokovic a incassare il palleggio. Ma Sinner risponde senza battere ciglio: a zero il suo, di servizio.

Djokovic torna al servizio. Ogni tanto lancia occhiate al suo box, in cerca di consigli. O forse solo per un supporto morale. Di solito, in passato, in altri momenti di difficoltà, avrebbe messo in atto tattiche per spezzare il ritmo, ma stavolta il silenzio è eloquente.

Però questo è il set in cui non si ha più nulla da perdere. Djokovic offre tutto quello che ha, attinge a ogni stilla di energia, di esperienza e di resilienza. C’è equilibrio. Si intravedono anche i primi errori non forzati di Sinner. Ma in Djokovic si nota attenzione, nell’evitare errori. Il serbo pensa maggiormente, rifiuta la sconfitta. Tenta una reazione. Si va al cambio campo sul 4-3 per il numero 1: nessuna palla break in questo set.

Un episodio importante arriva sul 5-5 vantaggio pari con Djokovic al servizio: uno spettatore avverte un malessere, il match viene sospeso per permettere i soccorsi. I minuti di pausa aiutano Djokovic a resettarsi: un ace e poi un nastro gli offrono la garanzia del tie-break, l’ultima chance di restare in partita che il serbo coglie, annullando un match point all’azzurro. E’ il primo set che Sinner perde nel torneo.

Quarto set vinto da Sinner

Dopo la toilet break di Djokovic si riparte con Sinner al servizio. Poi Djokovic, nel suo turno di servizio, salva ben due palle break, da 15-40. Ma è sul 2-1 Sinner, con di nuovo il servo alla battuta, che accade il fatto decisivo: Djokovic, 40-0, non riesce a chiudere e poi, con un doppio fallo, offre a Sinner l’undicesima palla break della semifinale, che l’azzurro coglie portandosi sul 3-1 con seria ipoteca per la vittoria. E’ però battaglia nel game successivo: si va ai vantaggi, ma Sinner tiene duro e s’invola sul 4-1. Punteggio roboante, vistoso, ma in realtà il vantaggio è minimo: all’altoatesino serve conservare sempre il proprio servizio, compito che svolge egregiamente: alle 8 del mattino italiano, dopo tre ore e un quarto di gioco, Jannik Sinner conduce 5-2 nel quarto set, e l’impressione è che Djokovic non possa invertire la tendenza. E così è: Sinner non ha mai dovuto fronteggiare una palla break. Grande festa italiana.

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