Aveva accusato di corruzione Joe e Hunter Biden: l’ex talpa dell’Fbi ammette di essere stata contattata da 007 russi

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New York – Non solo aveva mentito sulla presunta corruzione di Hunter Biden da parte della compagnia energetica ucraina Burisma, ma lo aveva fatto in base alle informazioni ricevute da agenti dell’intelligence russa, che volevano infangare il padre Joe e la sua famiglia.

L’influenza di Mosca sulle presidenziali

La confessione di Alexander Smirnov, rivelata dalla Cnn, promette di avere un impatto non solo sulle accuse contro il figlio del capo della Casa Bianca, ma sull’intera campagna presidenziale in corso. Confermerebbe infatti che Mosca ha cercato di influenzare le elezioni del 2020 a favore di Trump, e presumibilmente è pronta a farlo ancora, nonostante Vladimir Putin prenda in giro il mondo dicendo che preferirebbe evitare il ritorno di Donald.

Cosa è successo

Alexander Smirnov è l’ex informatore dell’FBI accusato di aver mentito sui rapporti dei Biden in Ucraina e i loro interessi economici. Ora però ha detto agli investigatori che funzionari dell’intelligence russa erano coinvolti nel trasmettergli le informazioni su Hunter. Lo hanno rivelato i pubblici ministeri martedì, attraverso una nuova dichiarazione del tribunale. Smirnov ha confessato di avere contatti “estesi ed estremamente recenti” con 007 di Mosca. Non solo, ma si trattava di persone che secondo lui erano ufficiali di alto livello o comandavano assassini russi all’estero. Il procuratore speciale David Weiss ha detto che “Smirnov ha ammesso che funzionari dell’intelligence russa erano coinvolti nella diffusione di storie sull’uomo d’affari 1“, ossia Hunter Biden. La rivelazione è importante non solo perché gli avvocati del figlio del presidente la stanno già usando per contestare la sua incriminazione, ma anche perché conferma la volontà politica del Cremlino di interferire nel processo democratico americano, screditando un capo della Casa Bianca che evidentemente dà fastidio. E se ciò era successo nel 2020, non c’è motivo di credere che Putin non ci riprovi quest’anno.

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