Bakhmut, l’estate mostra la città scheletro

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La visione spettrale dei quartieri di Bakhmut nelle immagini di un drone.
È passato quasi un anno dall’inizio della battaglia che ha trasformato questa città abitata da 71 mila esseri umani in un deserto angosciante. Non c’è più un edificio intatto: tutti portano i segni dei combattimenti. Una distesa di tetti sfondati dalle bombe, di facciate squarciate dalle cannonate e finestre flagellate dalle mitragliatrici. Per chilometri e chilometri non c’è traccia di vita: solo una distesa di macerie e veicoli militari abbandonati.
A rendere più drammatico lo scenario c’è il verde intenso dell’erba che ha invaso le strade, in contrasto con la patina lugubre delle costruzioni annerite dagli scoppi.
Finora i video di Bakhmut avevano i colori dell’inverno, che confondevano il grigio delle case con quello del cielo. Adesso è arrivata l’estate, che porta temperature alte pure nel Donbass: nella pianura ucraina era la stagione dei raccolti, con i campi gialli di frumento. Ma qui ora è stata seminata soltanto la morte.
di Gianluca Di Feo

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