Bari, scoperto il sistema degli odontoiatri per evadere 33 milioni al Fisco: 47 professionisti indagati. “Basta premere F12 e il nero è fatto”

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La Guardia di finanza di Bari ha fatto luce su uno strutturato meccanismo di evasione fiscale compiuto da diversi odontoiatri. Al termine delle indagini sono stati sequestrati beni per un valore di circa 5 milioni di euro ed è emersa, ai fini delle imposte dirette, un’evasione fiscale per circa 33 milioni di euro.

Sono stati individuati 80 professionisti, 47 dei quali deferiti alle autorità giudiziarie per dichiarazione fraudolenta. Le indagini, coordinate dalla procura di Bari, traggono origine da una verifica fiscale della guardia di finanza di Bari nei confronti di un odontoiatra, con studio medico nella provincia barese, che ha permesso di individuare l’ideatore e fornitore di un “software gestionale idoneo a favorire forme di rendicontazione dei compensi non ufficiali” e a ostacolare l’attività di accertamento.

Nel corso delle indagini, sono stati sottoposti a sequestro numerosi supporti informatici, documenti e telefoni cellulari e sono state trovate copie di backup del citato software utilizzato da numerosi altri odontoiatri.

Il dentista usava un software per registrare i pagamenti in nero: sequestro da 300mila euro a Orta Nova. Indagato anche un informatico

“Il sistema gestionale avrebbe consentito di:creare specifiche “schede cliente” nelle quali, oltre alle prestazioni certificate, attraverso la pressione del tasto F12, previa digitazione di una password nella disponibilità del titolare di ogni studio medico, era possibile rendicontare anche i compensi percepiti in nero”, spiegano i finanzieri.

“Avrebbe consentito anche di memorizzare la contabilità parallela su supporti esterni (pendrive e hard disk), facilmente rimovibili in caso di controllo e non intellegibili senza l’uso delle particolari modalità di accesso illustrate”, proseguono. “E avrebbe anche permesso di mantenere due distinti archivi informatici: uno interno, definito gestionale, contenente i dati in chiaro, per tali intendendo quelli cui seguiva l’emissione della relativa fattura fiscale e uno esterno, chiamato storico, memorizzato sui supporti esterni rimovibili.

L’analisi di quanto sottoposto a sequestro ha consentito di rilevare che un “ingegnere avesse creato delle chat – per il cui uso invitava alla prudenza – rimandando ulteriori spiegazioni ad incontri di persona e facendo riferimento alla contabilità black”.

In alcuni casi, inoltre, è stata rinvenuta documentazione extracontabile nella quale, in corrispondenza dei nomi dei clienti, era indicata la sigla N.F. allo scopo di specificare se il pagamento avvenisse “senza fattura”.

Sono stati sentiti anche diversi pazienti sentiti nel corso delle indagini, molti dei quali hanno dichiarato di aver versato, sistematicamente e nel tempo, cospicui importi in contanti per le prestazioni sanitarie ricevute, senza il rilascio della documentazione fiscale.

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