Beirut, Damasco, Baghdad, tre operazioni per cinque omicidi mirati: si apre la nuova fase della guerra in Medio Oriente

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ROMA — La morte di cinque leader del cosiddetto Asse della Resistenza anti-occidentale (guidato dall’Iran e composto da Siria, Hezbollah, milizie palestinesi e filo-iraniane) apre la Fase Tre del conflitto in Medio Oriente. Quella che, almeno nelle intenzioni israeliane, vuole essere «a bassa intensità» nella Striscia di Gaza e ad alto tasso di attacchi mirati contro i comandanti che hanno pianificato, o hanno aiutato a pianificare, l’orrore del 7 ottobre.

Non è un caso, dunque, che da Natale a oggi si contano già cinque omicidi eccellenti lontano dalle terre di Palestina. Baghdad, Damasco, Beirut. Avvenuti in circostanze poco chiare che, nella speranza degli autori, tali devono rimanere. Si tratta di «operazioni chirurgiche» di intelligence militare. Come l’America ha raccomandato a Israele di fare, per limitare lo spargimento di sangue dei civili nella Striscia. E come l’America fa.

Questa mattina, infatti, a saltare in aria in un quartiere orientale di Baghdad è stato Mushtaq Talib al-Saidi, soprannominato Abu Taqua, comandante della Dodicesima Brigata, come viene chiamato il gruppo paramilitare sciita Harakat Hezbollah al-Nujaba. È basato in Iraq ma è legato a a un movimento filoiraniano. Un drone ha sparato due razzi all’interno del perimetro del quartier generale disintegrando il veicolo con cui Abu Taqua si muoveva. Due i miliziani morti più il comandante. L’esercito iracheno parla di «atto terroristico» e di «violazione della sovranità dell’Iraq». Una fonte americana anonima, non smentita dal Pentagono, ha confermato alla Reuters che è stata opera dell’esercito statunitense. «Abu Taqua era accusato di aver organizzato assalti contro il nostro personale militare».

Un modus operandi che ricorda quanto si è visto di recente in Libano. Nella strage di Beirut di martedì scorso, attribuita al Mossad ma non rivendicata dallo Stato ebraico, il pesce grosso era Saleh al-Arouri, numero due di Hamas. Politico con capacità operative, era l’uomo di collegamento con Hezbollah e l’Iran. A perdere la vita insieme con lui Samir Findi, plenipotenziario di Hamas in Libano e cinghia di trasmissione con il gruppo yemenita degli Houthi, e Azzam al-Aqraa, referente in Cisgiordania. Figure di vertice, come dimostra la folla che ieri a Beirut ne ha seguito i feretri dalla moschea di Tarek al-Jadideh sino al cimitero palestinese di Shatila, urlando «morte all’America e a Israele».

Il termine chirurgico si addice all’operazione di martedì notte. Il palazzo nel quartiere di Dahieh, colpito mentre era in corso una riunione segreta dei funzionari di Hamas, da tre mesi non veniva usato dai miliziani. Al-Arouri era appena tornato in Libano da un viaggio in Qatar e in Turchia, e quasi per caso aveva deciso di incontrarsi con gli altri nel vecchio ufficio. Al-Arouri era stato pure avvertito da esponenti di Hezbollah che il Mossad era sulle sue tracce. Nonostante tutte le cautele e tutte le casualità, almeno tre missili ad alta precisione, forse lanciati da un aereo o forse da un drone (il quotidiano libanese al-Akhbar riporta che i sistemi radar avevano rilevato presenza di caccia fuori dai confini nazionali e droni nelle vicinanze della capitale), sono penetrati nelle mura e sono esplosi proprio in quel punto dell’edificio dove si teneva l’incontro. Chi ha organizzato l’azione, evidentemente, sorvegliava il palazzo e pedinava Al-Arouri.

Tre missili sono stati utilizzati anche per uccidere, a Natale, il generale iraniano Sayed Razi Mousavi, comandante dei pasdaran in Siria. Il raid aereo ha preso di mira un sobborgo di Damasco e non è stato ufficialmente rivendicato, anche se le fonti internazionali concordano nel riconoscervi la mano di Israele. Mousavi era stato per lungo tempo stretto collaboratore del generale Qasem Soleimani, soprannominato “il comandante ombra”, leader della divisione Qods iraniana che si occupava di operazioni militari clandestine fuori dall’Iran. Centrato da un missile americano il 3 gennaio di quattro anni fa.

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